Per rendersi conto di com’è ridotta piazza del Popolo, il sindaco ha pensato di andarci personalmente - evento eccezionale. E così, vestito da samurai dalla Facis in collaborazione con Hogan, si è avventurato nelle insidiose selve di quella che fu una piazza con giardini, persino gemellati. L’intrepido si è così imbattuto nientemeno che in un senzatetto con cane. E badaben, il cane era PRIVO di museruola! MIIIiiiiii.... “uno kane” avrà esclamato “in giardinen Shnellingen Dillingen! Nein. Raus! Ass! Fidanken!”
Ma il Kane niente. Non lo vedeva nemmeno. Dunque perché risparmiarsi un utile battibecco col senzatetto, che possiede il quadrupede attraverso una società esterovestita?
Certo, un tavolo programmatico per uno sviluppo innovativo di azioni concertate sul territorio volte alla progettazione e valutazione sui distributori di museruole usa e getta potrebbe interessare i giornali forse più che la lotta ai piccioni. Certamente più delle due storiche fontane dell’architetto fiorentino Leonardo Ricci, seccate e rase al suolo pochi mesi fa nel silenzio e con la lungimiranza (sempre innovativa) di un volere il bel parchetto con inevitabili giochi di plastica per bambini che vanno altrove, di quelli che vedi uguali e ovunque, come un franchising Fondacasa.
L'acqua è fonte di vita. Le fontane - da sempre, nelle città e altrove - di civiltà. Abbandonarle o peggio sradicarle è semplicemente contro natura.
Prima della "cura", pur secca
Dopo "la cura", qui sotto
La bruttezza, poi, porta bruttezza. E come previsto a poco è servita l'apposita colonnina arancione con il tasto di chiamata rapida alle forze dell'Ordine per riportare un po' di armonia e convivenza civile in uno dei cuori di Savona
Peccato per la location e il target del battibecco. Un occasione sprecata. Pochi passi dai giardini di Piazza del Popolo e anziché discutere con clochard e unokane il primo cittadino poteva imbattersi in un magnifico cantiere come quello delle Aree Ex Balbontin in Corso Ricci della nota Progetto Ponente (Arte / Nucera), con una spruzzata di Scavo Ter e Salpa).
Lì avrebbe forse potuto discutere più animatamente e di cose un cicinino più rilevanti, e magari, tornando verso palazzo Sisto, approfittare per una capatina in Tribunale per segnalare i lavoratori senza casco (o meglio le imprese che li fan lavorare così), e una manciata di nomi che ancora si scorgono sul cartello d’appalto, ancorché spostato in un angolino. Quanto all’altro cartello, quello dei subappalti opportunamente scomparsi alla vista, ancora più interessante e senza museruola, lo può trovare se crede nell’archivio di questo giornale.
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