Il segnalatore ha però contattato la Protezione Animali per dire che rinunciava al premio in favore delle loro attività di soccorso della fauna selvatica (già 650 quest’anno, tra cui 4 tassi).
I responsabili rischiano la reclusione da 3 a 18 mesi e l’ENPA, che si costituirà parte civile, spera in una punizione esemplare; e magari nella condanna aggiuntiva ad andare a raccogliere, in aiuto al Servizio Veterinario, le spoglie degli animali trovati morti; occorre infatti dare un segnale alle troppe persone che maltrattano gli animali.
Nella provincia di Savona, che peraltro non è peggiore delle altre italiane, maltrattamenti e comportamenti illeciti contro gli animali e chi se cura sono all’ordine del giorno, soprattutto in estate, quando tra migliaia di turisti onesti si annidano balordi che portano in riviera le loro turbe; a Pietra Ligure, Spotorno e Varazze si spara ai gabbiani dalle finestre, un po’ dappertutto si scopano dai balconi e dai tetti i nidi di colombi, gabbiani o rondini. A San Fedele di Albenga, per la seconda volta quest’anno e dopo quattro anni consecutivi, il solito imbecille ha abbandonato sul sagrato della chiesa la solita cucciolata di gattini neonati della sua gatta; gli sconsolati volontari dell’ENPA, che da anni si offrono di sterilizzargliela gratuitamente, tenteranno di salvarli con un difficile svezzamento artificiale; mentre vicino a Villa Assunta a Pietra ligure, come a Pinamare di Andora, ogni giorno qualcuno butta via (è vietato) il cibo che i volontari portano per le locali colonie feline.
Di certo le pubbliche amministrazioni e la politica non danno il buon esempio; molte polizie municipali, alle quali le leggi affidano espressamente il compito di tutelare gli animali e perseguire i reati a loro danno, sono impreparate e demotivate, come i loro sindaci, inadempienti nella raccolta dei cani randagi e nel soccorso dei gatti liberi feriti, malati e traumatizzati. E mentre il gabbiano di Pietra Ligure, preso a fucilate in centro città, moriva malgrado le cure dei veterinari dell’ENPA, il consigliere regionale Francesco Buzzone, paladino dei cacciatori, proponeva di sparargli legalmente, colpevoli di cercare nelle città il cibo che la pesca professionale e sportiva sottrae loro nel mare.