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Politica | 25 giugno 2011, 11:52

Isetta (SEL): Uno sguardo alla realtà, per costruire il “progresso di comunità”

Isetta (SEL): Uno sguardo alla realtà, per costruire il “progresso di comunità”

E’ necessario che venga somatizzata una certezza: siamo nel pieno dell’epoca della regressione. In campo economico le multinazionali dominano la scena condizionando le strategie dei governi e dei politici. Le scelte attuate mirano sempre più ad accrescere i profitti dei grandi industriali, cercando di aumentare la produzione e di risparmiare sui lavoratori, riducendo i posti di lavoro e incrementandone l’orario. L’età pensionabile è sempre più lontana. Possiamo veramente affermare che il lavoro è stato sconfitto e il nuovo capitale finanziario ha vinto.

Il mercato condiziona la vita dei cittadini trasformando il mondo in cui viviamo in un mondo dominato dalla pubblicità. La cultura si è disintegrata, sciolta come neve al sole, affogata in un mare mediatico composto da programmi televisivi progettati per obnubilare le menti dei cittadini impedendo loro di pensare.

Bisogna modificare la nostra società, cercando di incidere, rappresentando i bisogni delle persone deboli, degli emarginati, degli esclusi ma anche del ceto medio, dei professionisti dei piccoli imprenditori. Dovrà avere radici forti e valori fortemente condivisi. In uno Stato democratico e laico i diritti devono essere i più estesi possibile e devono essere garantiti a tutti.

I diritti minimi da garantire, sui quali non si può andare al ribasso, sono la casa (in Italia lo Stato ha smesso di costruire alloggi a locazione sociale dagli anni 70 lasciando il campo libero agli speculatori), sono il lavoro che oltre a garantire l’occupazione garantisca anche una retribuzione in linea con i principali paesi europei, sono la sanità che deve garantire un’assistenza di qualità uguale per tutti i cittadini dal nord al sud dell’Italia, sono l’accesso all’istruzione e alla cultura investendo nella scuola, nell’università e nella ricerca formando i giovani che saranno la classe dirigente di domani altrimenti non ci sarà futuro per nessuno.

Ci dicono che bisogna sempre crescere, il PIL deve sempre crescere altrimenti si torna indietro, ma questo non è sempre vero su alcuni punti si può decrescere senza che la qualità della vita peggiori o ci si debba sentire più poveri. Si può cioè rinunciare a una seri di bisogni che poi vengono soddisfatti con merci, bisogni che sono completamente indotti da una cattiva pubblicità o dalla promozione di uno stile di vita sbagliato, esagerato, inutile e i soldi risparmiati dall’acquisto di queste merci magari potrebbero essere meglio investiti nel sociale e nella protezione dell’ambiente.

Sono convinto che dobbiamo mettere in campo l’iniziativa politica, e comunicare le nostre idee ai cittadini cercando di trasmettere entusiasmo. Questo è successo con le amministrative e con la campagna referendaria, abbiamo trasmesso entusiasmo siamo riusciti a riconciliarci con un popolo stanco di non essere protagonista, di non poter decidere cosa è meglio per il nostro paese. Siamo riusciti a mobilitare donne e uomini di tutte le età abbiamo fatto nascere la speranza, per questo dobbiamo cogliere il messaggio che arriva chiaro e forte dalla gente. Senza l’entusiasmo e la speranza e’ difficile fare politica e credere che un paese diverso da questo e’ possibile.

Dobbiamo far rinascere la politica puntando a costruire un nuovo futuro. Sinistra Ecologia Libertà ci vuole provare nella consapevolezza che è necessario aprire un processo di contaminazione tra quanti soggetti politi, economici, associativi e sociali siano disponibili a lavorare insieme per costruire” l’epoca del progresso di comunità”.


Com Nicola Isetta (SEL)

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