Politica - 22 giugno 2011, 20:49

Privacy nel cassonetto: Il Movimento 5 Stelle "Oltre ai giornalisti la Provincia denunci anche noi"

La dirigente si dice pronta a denunciare il giornalista che ha fatto le foto perché, secondo lei, avrebbero procurato un ingiustificato allarme. Niente di nuovo, si cerca di sviare l'attenzione dagli abusi per prendersela con chi li denuncia

Così la nota diffusa dal M5S: 

 

"Benvenuti a Savona: città all’incontrario!

 

La città in cui se commetti un abuso, ad esempio affiggendo dei manifesti elettorali abusivi, quello da multare è chi segnala l’abuso; se dimentichi, all’interno di un cassone all'aperto accessibile a tutti, una montagna di documenti sensibili protetti dalla legge sulla privacy, la colpa è del giornalista, che facendo il suo lavoro, segnala il problema.

 

Riassumiamo i fatti:

 

- nei giorni scorsi un cittadino segnala al MoVimento 5 Stelle la presenza, nel posteggio del Centro per l’Impiego (ufficio della Provincia di Savona), di un cassone, forse destinato al macero, contenente centinaia di fascicoli pieni di dati sensibili di migliaia di persone.

 

- Gli attivisti del Movimento segnalano il fatto ad alcuni cronisti locali e la notizia viene subito pubblicata da Savonanews che la documenta con diverse foto molto eloquenti, silenzio invece da parte della Provincia che forse sperava che il caso si spegnesse. Nel giro di un giorno invece la Guardia di Finanza interviene mettendo sotto sequestro l'intero cassone pieno di documenti.

 

- Leggiamo oggi sui giornali che la dirigente della Provincia, invece di scusarsi per la gravissima leggerezza (e probabile illecito?), si difende dicendo che tutto è stato fatto a regola, affermando che il cortile "è privato". Peccato che le auto di chiunque potessero posteggiare a fianco del cassone incriminato e che i documenti non fossero protetti in alcun modo da sguardi indiscreti.

 

- Il cassone era aperto e perfettamente accessibile, i cancelli che delimitano il cortile restano spalancati anche dopo l’orario di chiusura dell’ufficio e non c’era nessun sistema di sorveglianza.

 

Chiunque, semplice curioso o malintenzionato avrebbe potuto avvicinarsi indisturbato e accedere ai dati. La dirigente rincara la dose e si dice pronta a denunciare il giornalista che ha fatto le foto perché, secondo lei, avrebbero procurato "un ingiustificato allarme".

 

Niente di nuovo, si cerca di sviare l'attenzione dagli abusi per prendersela con chi li denuncia.

 

Visto che la dirigente ritiene il giornalista colpevole di non si sa bene cosa, la invitiamo a denunciare anche noi che abbiamo segnalato il fatto alla stampa."

Com. Movimento 5 Stelle