"I Certificati Verdi sono introdotti dal decreto di liberalizzazione del settore elettrico nota come Decreto Bersani. Il decreto di attuazione della direttiva 96/92/CE stabilisce che i produttori possano richiedere i certificati verdi per 8 anni (per impianti entrati in servizio o revisionati dopo l'aprile del 1999) e per 15 anni per impianti successivi al 31/12/2007 (norma in finanziaria 2008). I certificati verdi permettono alle imprese che producono energia da fonti convenzionali (petrolio, carbone, metano, eccetera) di rispettare la legge che obbliga ogni produttore o importatore di energia a usare fonti rinnovabili per il 2%.
Se Tirreno Power oggi produce nella centrale di Vado circa 5.500 GWh da energia non rinnovabile (fonte T. Power 2009) con 3014 GWh da carbone e 2315 GWh da gas metano, questo deve essere compensato da almeno 110 GWh da rinnovabili ( 2%) che Tirreno Power produce con idroelettrico o fotovoltaico. (certificati verdi)
" Tirreno Power S.p.A. ha costituito un proprio Settore espressamente dedicato alle Fonti Rinnovabili. In particolare sono allo studio centrali a biomassa, nonché parchi eolici e campi fotovoltaici, ove possibile, presso i siti idroelettrici esistenti.Tutti gli impianti dell'Unità Produttiva sono automatizzati e telecondotti e consentono una produzione media annua totale di circa 200 GWh." (vedi sito web Tirreno Power spa) Evidentemente gli attuali 200 GWh stimati di rinnovabile sono più che sufficienti a permettere la produzione totale di termoelettrico a carbone e a gas di Tirreno Power in Italia .
In questa settimana Tirreno Power, tramite la sua controllata Tirreno Solar, avvierà l’esercizio dell’impianto fotovoltaico a terra situato a Sessa Aurunca, in provincia di Caserta, ha una potenza nominale di 6.900 kWp (circa 7 MWp), una produzione elettrica annuale stimata oltre i 9 milioni di kWh. ( circa 9 GWh/anno)Il progetto presentato oggi dall’ing. Gosio di T.Power per 180 MWp di rinnovabile in Liguria (vedi IVG.it del 4/06/2011) porterebbe ad una produzione stimata di almeno 230 GWh di energia elettrica più che sufficiente per poter raddoppiare tranquillamente , grazie ai "certificati verdi", la produzione attuale da carbone e gas COMPRESO QUINDI IL PROGETTO DI POTENZIAMENTO A CARBONE DELLA CENTRALE DI VADO L.
Tirreno Power non rispetta le normative AIA che imporrebbero almeno dal 2007 l’immediata chiusura degli obsoleti gruppi a carbone, non si preoccupa nemmeno di ripagare la comunità savonese dei costi dei danni esterni della combustione del carbone di circa 140 milioni di euro/anno (vedi studi Ue), ma è molto attiva nel cercare di apparire come generosa benefattrice di energia rinnovabile quando il suo principale scopo è quello di ottenere i "certificati verdi" senza i quali il pericoloso ampliamento a carbone, molto "redditizio" per Tirreno Power, non sarebbe possibile.Rimaniamo in ogni caso sconcertati dalla totale inerzia degli Enti pubblici (Regione, Provincia e Comuni di Vado e Quiliano) che invece di contrastare decisamente la combustione del carbone chiudendo i vecchi gruppi 3 e 4 non a norma AIA, come avvenuto a Porto Tolle e Civitavecchia, continuano invece ad assecondare, contro ogni logica, la combustione del carbone nella centrale di Vado.
Cosa impedisce agli Enti pubblici di imporre almeno depotenziamento e metanizzazine completa della centrale di Vado? La possibilità di bruciare il CDR sui gruppi a carbone (con la produzione nei fumi di pericolose diossine e metalli pesanti)? La "logistica del carbone" spostata tutta da Genova a Savona con il Presidente Burlando che così chiude la piccola centrale a carbone Enel di Genova potenziando ancor di più la grande centrale a carbone di Vado?
E poi basta col considerare solo lo "smog da auto" a Savona ( vedi Il Secolo XIX del 4/06/2011) . L’ARPAL infatti dovrebbe sapere che più del 70% dell'inquinamento in città è causato dalla centrale a carbone di Vado L. ( vedi Piano dell'Aria della Regione Liguria 2006 pag. 1072, 1073 e 1074).
Savona, 5 Giugno 2011
Dr Viginio Fadda e Dr Agostino Torcello
MODA Savona
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