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Politica | 04 giugno 2011, 09:09

Le quote rosa non servono, le due candidate-sindaco hanno le competenze (di Betti Briano)

Come segnale di innovazione e di lungimiranza, almeno un tentativo di coinvolgimento delle due candidate-sindaco, meritevoli di 'attenzione' non solo e non tanto per l'ampio consenso popolare ottenuto, ma in quanto interpreti di un desiderio diffuso di cambiamento in ambiti nei quali viene ad esse riconosciuta particolare competenza (ambiente, territorio, cultura, igiene della politica ecc.)

Le quote rosa non servono, le due candidate-sindaco hanno le competenze (di Betti Briano)

"Nel difficile parto della Giunta Comunale non posso che vedere la conferma di quanto ho scritto nella precedente del 20 maggio: le quote alle donne non servono e, per di più, col vigente sistema di selezione, che siano di più o di meno non fa grande differenza.

Servirebbe, invece, che la politica facesse la politica, finalizzando, cioè, il proprio agire alla felicità collettiva. In questo caso il 'principe', per assolvere al compito primario di promuovere la buona vita di cittadini e cittadine, non potrebbe che volgere lo sguardo verso quelle qualità e virtù (competenze, merito, sapere pratico, capacità relazionali) che si trovano più facilmente incarnate in corpi e teste di donne piuttosto che di uomini.

A quel punto le quote servirebbero più probabilmente agli uomini, giusto per la rappresentanza di genere. La politica invece non fa la politica, ma appare sempre più l'arte alchemica di comporre i 'desiderata' e gli interessi di oligarchie per le quali potere e bene comune sono di norma la stessa cosa. Nel nostro caso per di più ( la prodigalità, si sa, non regna in terra di Liguria) l'alchimia delle poltrone ha messo a nudo un braccino molto più corto di altre amministrazioni in materia di quote rosa.

Il mio precedente intervento muoveva dalla constatazione che in queste elezioni, diversamente che in precedenza, erano emerse, grazie ad un protagonismo prevalentemente femminile, indicazioni chiare circa la possibilità di lavorare ad un buon governo della città, facendo ricorso a forze vive e propositive piuttosto che alle alchimie partitocratiche.

Chiedevo, come segnale di innovazione e di lungimiranza, almeno un tentativo di coinvolgimento delle due candidate-sindaco, meritevoli di 'attenzione' non solo e non tanto per l'ampio consenso popolare ottenuto, ma in quanto interpreti di un desiderio diffuso di cambiamento in ambiti nei quali viene ad esse riconosciuta particolare competenza (ambiente, territorio, cultura, igiene della politica  ecc.).

Alla luce delle ultime vicende, mi pare che potrebbe essere anche un modo intelligente di allargare il consenso, sterilizzando le pretese di partiti e partitini più o meno famelici. Il mio ragionamento appare a molti troppo fuori dagli schemi. Può essere, ma, affinchè ciò non costituisca un alibi per far finta di niente, aggiungo che nel teatro della politica in queste settimane qualcosa di innovativo invece si vede: nuovi attori che aspirano a divenire 'principi' piuttosto che alchimisti.

Troppo per Savona?"

Betti Briano

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