I gabbiani infatti, come altre specie, fanno solo la “parata”, volando e strillando attorno all’intruso, senza mai venirne a contatto; e solo ed esclusivamente per difendere i piccoli ed il nido.
Basterà quindi proseguire il proprio cammino ed allontanarsi tranquillamente senza timori (inoltre alzando le braccia il volatile si allontanerà subito).
Purtroppo in provincia proseguono invece, e sono ben documentate, le aggressioni di persone a gabbiani ed altri uccelli: negli anni scorsi un pensionato di Borghetto venne denunciato dalle Guardie Zoofile ENPA, e condannato, per aver inseguito e ucciso a bastonate un gabbiano che si era posato sul suo terrazzo; poco dopo il titolare di un ristorante di Albissola venne indagato per aver ucciso diversi gabbiani con un fucile flobert dal giardino del locale; e a Savona alcuni ragazzini mutilarono a pietrate un giovane gabbiano, che perse un’ala, mentre sulla spiaggia vicina subirono la stessa sorte alcuni germani; ed ogni anno almeno venti esemplari sono feriti gravemente da ami e lenze abbandonati dai pescatori sulle spiagge.
Situazioni particolari si verificano in Riviera, dove qualche turista, aprendo la seconda casa, disabitata durante l’inverno, vi trova il nido di gabbiani sul terrazzo; isterismi a parte, il problema si risolve con un po’ di pazienza; basterà infatti tenersi lontani dal nido (ed eventualmente separarlo dal resto del terrazzo con una paratia o un mobile) ed attendere una decina di giorni che i piccoli diventino autosufficienti, dopodiché l’intera famiglia se ne andrà.
E certamente il clamore dato a qualche episodio comprensibilmente ingigantito dai protagonisti rischia solo di complicare la situazione, alimentando inoltre la leggenda metropolitana - assolutamente falsa - dei gabbiani che hanno dichiarato guerra a turisti, bambini e pensionati; informare i lettori in modo errato o semplicemente di parte, crea i presupposti per comportamenti errati e reazioni inutilmente crudeli.