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Attualità | 16 maggio 2011, 15:47

L’aula di lettura della biblioteca di Pietra Ligure intitolata a Luis Braille

Giovedì la cerimonia di intitolazione per il francese che ha inventato il metodo di lettura per i non vedenti

L’aula di lettura della biblioteca di Pietra Ligure intitolata a Luis Braille

A Luis Braille non poteva che esser intitolata una sala di lettura dove tutti noi leggiamo senza alcun problema, al massimo indossando un paio di occhiali. Ma per i videolesi ?

Il problema lo risolse il francese nella prima metà dell’Ottocento. L'alfabeto tattile inventato da Louis Braille ha consentito ai ciechi di poter leggere e scrivere autonomamente, e quindi comunicare, anche se solo fra coloro che conoscono questo particolare sistema, realizzando una tappa storica nel processo di integrazione delle persone non vedenti nella società.

A Pietra Ligure l’intitolazione della sala della biblioteca “Silvio Accame” è stata deliberata dalla Giunta Comunale al fine di favorire l'eliminazione di quelle barriere culturali che spesso impediscono una piena inclusione sociale delle persone diversamente abili e al fine di stimolare lo sviluppo di una coscienza capace di comprendere globalmente la "cultura". L'iniziativa, promossa dagli assessorati alla Cultura e alla Pubblica Istruzione, è il naturale sviluppo del percorso intrapreso negli ultimi anni, nei quali gli alunni delle scuole primarie sono stati protagonisti di un programma finalizzato alla conoscenza del braille come mezzo di accesso alla cultura per i non vedenti e come strumento di dialogo tra i "mondi" dei vedenti e dei non vedenti. Louis Braille, l'inventore del sistema di scrittura e lettura a rilievo per non vedenti, che porta il suo nome, nasce il 4 gennaio 1809 a Coupvray, piccola cittadina non lontano da Parigi. Il padre Simon-René Braille è artigiano ciabattino.

All'età di quattro anni, giocando con gli attrezzi nella bottega del padre, Louis perde tragicamente un occhio. Dopo poco tempo a causa dell'infezione provocata dall'incidente, perderà anche il secondo. Un giorno un soldato, Charles Barbier, fa visita all'istituto dove è ospitato Braille che a quel tempo era trattato come un infermo.

Questi incontra Braille e gli parla di un modo cui aveva pensato per trasmettere informazioni di notte, al buio, nelle trincee: consisteva in un sistema di dodici punti in rilievo che rappresentavano differenti suoni. Da tutto ciò l'idea geniale di Braille nel 1829, quando il ragazzo ha solo vent'anni.

Braille semplifica il sistema, riducendolo a una combinazione di sei punti; per mezzo di questa combinazione è possibile rappresentare tutte le lettere dell'alfabeto. Dopo un lungo studio, mette quindi a perfezione il sistema di scrittura a punti in rilievo, che porterà il suo nome. Lo stesso Braille estenderà il metodo anche alla rappresentazione della notazione musicale e alla matematica.      

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