Il Direttivo Provinciale della Confederazione Italiana Agricoltori di Savona in merito alla questione dell’ampliamento a carbone Centrale Tirreno Power di Vado – Quiliano ritiene opportuno evidenziare quanto segue:
Nel comprensorio Quilianese esiste un vitale tessuto di aziende agricole: da quelle intensive e vivaistiche con numerosi braccianti agricoli sia fissi che stagionali alle aziende familiari con un solo titolare, fino alle diffusissime attività part-time.
Complessivamente si può parlare di un settore che supera abbondantemente il centinaio di addetti professionali tra autonomi e dipendenti con un numero superiore per gli addetti part-time. Come si vede numeri di tutto rilievo nel comprensorio.
L’agricoltura in questa zona è molto varia: dalla classica viticoltura (vini IGT granaccia, bozzetto e DOC Vermentino e Pigato) all’olio extra vergine di Taggiasca e Mortina, alle attività floro-vivaistiche, all’albicocca Valleggia, alle colture ortive specializzate fino ai numerosi apicoltori, senza dimenticare la presenza di diversi agriturismi.
Le amministrazioni quilianesi che si sono succedute nei tempi, particolarmente quella del sindaco Isetta, hanno messo in campo azioni di valorizzazione del territorio con il recupero degli antichi prodotti dando nuovo impulso economico (ad esempio la riscoperta dell’albicocca Valleggia)
Negli anni il territorio di Quiliano è diventato sinonimo di prodotti di qualità e tappa di percorsi eno – gastronomici.
Con queste premesse la CIA di Savona ritiene assolutamente inaccettabile la scelta di un potenziamento della centrale Tirreno Power basato principalmente sull’utilizzo del carbone un materiale non adatto da utilizzarsi in aree urbane e fortemente antropizzate come quelle di Savona, Vado e Quiliano.
Questa scelta, fatta in nome di nuovi posti di lavoro e sviluppo economico, può dare invece immediati danni di immagine a tutto il settore agricolo ed a quel tessuto economico che agricolo non è, ma si è appoggiato all’agricoltura per ripartire, stiamo pensando alle numerose trattorie e ristoranti, ai piccoli artigiani della trasformazione ai commercianti che hanno utilizzato produzioni agricole di punta per rilanciare con sforzi e sacrifici l’immagine del territorio.
La CIA di Savona chiede che si riconosca a tutti i posti di lavoro creati e presenti sul territorio uguale dignità e considerazione. Non vorremmo che per creare qualche decina di posti di lavoro in questo settore energetico, che desta forti preoccupazioni in tutta la popolazione, si facciano sparire centinaia di altri posti di lavoro già presenti.
Anche in economia la diversità sul territorio, delle attività, è garanzia di solidità del sistema e l’ampliamento a carbone sembra porre le premesse per una pericolosa monocoltura del carbone che tenderà a schiacciare tutto il resto.
Lasciamo per ultima la questione dell’accesso all’acqua.
La Valle di Vado purtroppo da un secolo non è in grado di fornire acqua potabile di qualità, mentre la valle del Quiliano è la principale fornitrice di acqua potabile per il comprensorio e la città di Savona. La nostra agricoltura si regge sull’acceso di questa risorsa, particolarmente complesso in stagioni siccitose.
Questo avviene contemporaneamente ad un consumo di circa un milione di metri cubi di acqua forniti dall’acquedotto di Savona alla centrale Tirreno Power.
Crediamo che su questo particolare territorio debba essere garantita a tutti i settori economici la sopravvivenza privilegiando le attività in grado di consumare meno le risorse dei luoghi e di creare posti di lavoro non in contrasto potenziale con gli interessi delle popolazioni.