Politica - 21 aprile 2011, 13:47

Con che diritto la Regione piange per i tagli alle rinnovabili mentre sostiene (o non rifiuta) il carbone?

“Si sta azzoppando un settore in sviluppo, con grandi potenzialità di crescita, per i ritardi che l’Italia ha rispetto a tanti paesi europei e, da questo punto di vista, credo che siano giuste le preoccupazioni dei lavoratori del settore che ieri hanno scioperato e manifestato a Roma” ha dichiarato l'assessore Guccinelli, annunciando nientemeno che gli "stati generali dell'economia verde", trascutando gli "stati particolari di quella nera"

Così il comunicato della Regione:

REGIONE LIGURIA, ENERGIE RINNOVABILI, ASSESSORE GUCCINELLI:” AI PRIMI DI MAGGIO STATI GENERALI DELL’ECONOMIA VERDE. DECRETO DEL GOVERNO POCO CHIARO E PENALIZZANTE”.


GENOVA. Stati generali dell’economia verde in Liguria per affrontare il tema degli incentivi alle aziende produttrici di energie rinnovabili. Si svolgeranno martedì 10 maggio per volontà dell’assessore regionale allo sviluppo economico, Renzo Guccinelli che in quell’occasione presenterà le proposte della Regione Liguria in tema di semplificazione, incentivi e credito alle imprese. E’ questa la risposta della Liguria al nuovo decreto sulle energie rinnovabili presentato dal Governo su cui, nonostante le modifiche, le Regioni italiane esprimono un giudizio fortemente critico.

“Da un primo esame – spiega l’assessore Guccinelli - emergono ancora fortissimi limiti che rischiano, come hanno affermato in queste prime ore associazioni di categoria e di impresa, di assestare un duro colpo a un settore, quello della green economy, in forte sviluppo in termini produttivi e occupazionali”.

“Al momento – continua Guccinelli - non si capisce quali siano gli indirizzi di politica energetica del nostro governo. Nello stesso giorno, infatti, in cui si dice giustamente stop al nucleare, si emana un decreto che continua a penalizzare tutto il settore del fotovoltaico”.

Nel merito del provvedimento emergono, secondo Guccinelli, una serie di criticità e, in modo particolare, “una riduzione troppo veloce della politica degli incentivi, con cadenze addirittura mensili che di fatto impediscono la realizzazione di piani di investimento, nessuna salvaguardia della produzione del made in Italy e l’inserimento di tetti rigidi che non danno certezze agli investitori”.

“Si sta azzoppando – conclude l’assessore – un settore in sviluppo, con grandi potenzialità di crescita, per i ritardi che l’Italia ha rispetto a tanti paesi europei e, da questo punto di vista, credo che siano giuste le preoccupazioni dei lavoratori del settore che ieri hanno scioperato e manifestato a Roma”.

 

---


Com. Reg. - sn