- 13 aprile 2011, 11:30

Gli esposti, siamo noi.

Da "Il Punto" del 18 gennaio scorso: “...profondo sconcerto e indignazione per l’iniziativa mediatica assunta oggi da un Comitato denominatosi Unione cittadini”. Cittadini, in minuscolo. Ma ad esser sconcertati e profondamente indignati, sono proprio loro. Responsabilità vorrebbe che, semplicemente e come altrove - ad esempio in Emilia Romagna e nella stessa Piacenza (terra di Bersani) - si applicassero le migliori tecnologie, le MENO INQUINANTI. E la scelta non può essere tra carbone e carbone, visto che IL METANO C'E' GIA', ED INQUINA DECISAMENTE MENO. Quasi nessuno vuol vivere senza corrente elettrica com'è logico, ma ridurre il più possibile i rischi per la salute anzichè negarli fa parte delle responsabilità imprescindibili di ogni azienda, di ogni Amministrazione, di ogni Politica.

"Vapore" e puzza di uova marce

“L’azienda esprime profondo sconcerto e indignazione per l’iniziativa mediatica assunta oggi da un Comitato denominatosi Unione cittadini”.

Inizia così la replica di Tirreno Power all’esposto-denuncia presentato martedì 18 gennaio in Tribunale a Savona (con annessa richiesta di porre sotto sequestro la centrale termoelettrica di Vado Ligure) come accuratamente riportano alcuni organi di informazione dalla stessa sponsorizzati.

Per l'azienda l'esposto sarebbe "Una richiesta pretestuosa e priva di fondamento giuridico" pur non conoscendo i contenuti delle 26 pagine degli atti che la riguardano. 

 “Tirreno Power si riserva di fare tutti i passi legali necessari per tutelare l’immagine e la reputazione dell’azienda e dei tanti lavoratori che vi operano

Questa la prima "reazione". 

Questo è un classico: assimilare la propria reputazione a quella dei lavoratori. Peccato che le due cose siano ben distinte.

I lavoratori non c'entrano nulla e sarebbe bene per decoro tenerli fuori da questa empasse aziendale senza usarli come scudi umani. Sarebbe anche bene che fosse la stessa Tirreno Power a lasciarsi consigliare dai suoi molteplici uffici stampa per mantenere una reputazione che scricchiola già da quando il nr. 1 del PD savonese Di Tullio li bollò come "interlocutori non affidabili".

Gli indignati non debbono esser Loro.

Gli Indignati sono semmai i Cittadini che respirano, per una condotta contraria ad ogni principio di cautela e di ascolto del territorio. Utili privati, inquinamento pubblico, è un costrutto comodo ma che non funziona più, perchè quando la trasparenza è assai poca 364 giorni l'anno, i controlli discutibili e/o autoreferenziati, hai voglia a spiegarla ad un malato di cancro e alla sua famiglia che le emissioni sono nelle soglie consentite.

E anche se lo fossero, e certamente lo saranno, perchè si va a carbone e non a metano?

Responsabilità vorrebbe che, semplicemente, come altrove - ad esempio in Emilia Romagna e nella stessa Piacenza (terra di Bersani) - si applicassero le migliori tecnologie, le MENO INQUINANTI. E la scelta non può essere tra carbone e carbone, visto che IL METANO C'E' GIA', ED INQUINA DECISAMENTE MENO.

Quasi nessuno vuol vivere senza corrente elettrica com'è logico, ma RIDURRE AL MINIMO I RISCHI PER LA SALUTE ANZICHE' NEGARLI fa parte delle responsabilità imprescindibili di ogni azienda, di ogni Amministrazione, di ogni Politica.

Forse un maggior ricorso alla impensabile soluzione del metano, comodamente allacciato da Snam a spese pubbliche, e un poco di sincerità in più su un combustibile fossile ottocentesco che si insiste ad utilizzare anche in centri abitati come Vado, Quiliano e la provincia di Savona - nonostante la contrarietà di tutti salvo le parti economicamente interessate - ossia un suo celere abbandono, aiuterebbe Tirreno Power e il suo gruppo - che si vanta di produrre "energia sensibile" - ad incorrere in un (forse) minor fatturato, ma anche in un minore, periodico, cadenzato imbarazzo.

Forse più che preoccuparsi della propria immagine Tirreno Power bene farebbe ad occuparsi della Salute Pubblica, secondo Costituzione, più che con siti web verdognoli, spazi pubblicitari, e dichiarazioni sull'attenzione all'ambiente (senza menzionare il nero carbone, se possibile) che almeno un tempo, restavan sulla carta quando c'era. Ora con il web è più complesso un riutilizzo biodegradabile delle stesse.

 

ilpunto@savonanews.it

 

 

Mario Molinari