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Politica | 12 aprile 2011, 10:25

Manifesti interattivi: Berruti risponde agli insulti sullo stesso manifesto dov'erano stati scritti

Peccato che a farlo mandi il "suo" addetto stampa (pagato dal Comune di Savona con i soldi dei cittadini)

Manifesti interattivi: Berruti risponde agli insulti sullo stesso manifesto dov'erano stati scritti

Colpito ancora. Dopo l'episodio del simpatico epiteto vergato sulla fronte del candidato a pochi giorni dall'inizio della campagna di maxi affissioni (tutte coop tipograf?) ci risiamo. Un ignoto vandalo scarabocchiatore sul manifesto elettorale di Federico Berruti ha scritto "RIFACCI LE STRADE, BUFFONEEE!", il sindaco risponde per le rime, in pennarello, descrivendo i lavori già effettuati e quelli in corso d'opera (poi le cose il cittadino le vede e si farà un'opinione utilizzando i propri sensi)

Una sola nota stonata: per farlo ha mandato Roberto Giannotti (reo confesso), addetto stampa del Comune di Savona e come tale pagato con soldi pubblici, e questo qualche problemino lo crea.

Per carità, a vergare quelle righe ci avrà impiegato non più di un minuto: non è lo spreco di tempo effettivo che conta, ma è il principio.
Mentre ci piace un sacco l'idea che si risponda a cittadini (anche a quelli non proprio educatissimi) "muso a muso", un po' come si fa sui blog, su FB, su tutto quello che la politica "antica" non conosceva neppure come mezzo espressivo, non ci piace la delega.
Avrebbe potuto andarci lui, pennarellomunito, in pieno giorno e in bella vista, con fotografi al seguito.

Si dirà: ma imbrattare manifesti elettorali è un reato.

Certo: ma se un candidato si AUTOimbratta un manifesto, che riguarda lui e che è stato pagato da lui, riteniamo che la regola non possa più valere. Le campagne elettorali sono a carico dei candidati, quindi i manifesti sono "roba loro". Se vogliono disegnarsi da soli i baffi e le corna, chi potrebbe dirgli qualcosa? Ognuno sceglie di dare l'immagine che preferisce: e se Berruti vuole dare quella di un sindaco che risponde alla domande dei cittadini, ben venga, anche se il metodo è quantomeno originale.

P.S.: forse, se i manifesti "idee che si realizzano"  riportassero ancora qualche immagine straordinaria tipo quella della piscina finita dopo vent'anni o dell'asilo di plastica:

a) non sentiremmo più la battuta ormai diventata un tormentone: "Eccole le grandi idee! Un fondo bianco!"

b) gli imbrattatori avrebbero vita più difficile, perché le scritte su una foto si vedono male. Il bianco è un invito a nozze.

sn

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