"La generazione che oggi è in tutte le piazze italiane è considerata un vuoto a perdere. Il ministro Sacconi e il premier Berlusconi si affanano a dire che l’Italia è il Paese della cuccagna, è il Paese che non ha lasciato nessuno abbandonato. Ma non è così.
Avere 4 milioni di precari in Italia significa che quasi in ogni famiglia c’è un inquilino scomodo, un essere umano in lista d’attesa, nelle sabbie mobili. La precarietà è la paura di non guadagnare futuro. E’ l’idea di essere imprigionati in un presente senza respiro, vivere in apnea. Senza futuro, senza respiri larghi, non c’è possibilità di pensieri lunghi, di progettare il domani, di guardare con ottimismo al futuro: la politica ha lasciato una giovane generazione senza prospettive.
La precarietà non è una condizione fisiologica: la precarietà è lo scandalo del nostro Continente e sopratutto del nostro Paese. Dal governatore di Bankitalia perfino fino allo stesso Pontefice si segnala che la precarietà minaccia la convivenza. Credo che la politica debba smettere di immaginare che questo sia un fatto necessario e fisiologico.
La lotta alla precarietà deve essere la bandiera fondamentale di un nuovo ciclo della politica, soprattutto nel centrosinistra, e di una pagina inedita della storia italiana."
Sinistra Ecologia Libertà
Nicola Isetta
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