.Qualche giorno fa, i giornali che si occupano di cronaca savonese hanno riportato in auge l'astiosa questione dell'ostello della gioventù sulla Fortezza del Priamar, da sette anni inutilizzato nonostante su internet tutto lasci pensare a turisti sprovveduti che la struttura sia attiva.
La questione, come è stata presentata in odor di campagna elettorale, sembra pressoché insolubile: il locale, era stato rimesso a norma, prima che un'imprevedibile infiltrazione ne allagasse un piano, realizzando definitivamente il suo disuso. Da lì in avanti, buio e silenzio.
Fino a qualche giorno fa, quando il presidente della Terza commissione consiliare e consigliere comunale uscente del Pd, Giampiero Aschiero - ora candidato dell'Api di Rutelli - ha deciso di rilasciare un’intervista in cui esprimere il rammarico per un tale spreco: “Purtroppo, una volta ultimati i lavori, sono cambiate le normative per quanto riguarda la sicurezza e così la struttura non è risultata più in regola” ha dichiarato Aschiero al Secolo XIX. E ha continuato: “Sono stati ceduti a titolo gratuito ai vigili del fuoco i locali dell’ex Museo Cuneo, che ospitano oggi il loro museo. Si sperava che, in cambio, i pompieri ci avrebbero dato una mano per mettere a norma l’impianto antincendio. Invece non hanno fatto nulla". Questa la situazione, almeno fino a oggi. In realtà, pare che qualcosa per salvare l’ostello sia stato fatto. Ma non proprio dalle parti dell’amministrazione.
Il solo intervento realistico di riutilizzo della struttura è stata la proposta presentata da due giovani laureate savonesi, Ilaria Badino e Milena Lo Giudice, che proponevano di dare alla struttura una gestione nuova, grazie all’affiliazione con Naturfreunde, l’associazione che si occupa della gestione di ostelli dal Piemonte alla Val d’Aosta. In sostanza, il gruppo tedesco era disposto a versare 50 mila euro – che non saranno tantissimi ma è meglio di quello che ha fatto il comune, cioè niente – per rendere abitabile e sfruttabile la struttura, della quale avrebbe affidato la gestione estiva alle due savonesi.
In coda alla proposta si sarebbe aggiunta l’offerta – risalente a tempo immemore - dell’Università che, a differenza di quanto si è letto in questi giorni, si sarebbe detta disposta a partecipare con 100 mila euro alla ristrutturazione del locale già da alcuni anni, quando cioè, il campus non era ancora attrezzato per ospitare i suoi studenti e necessitava, prima di tutto, di posti letto.
Insomma, le due ragazze sono state “rimbalzate” da Aschiero a Pesce e da Pesce ad Aschiero, confortate da belle parole ma, sostanzialmente, inascoltate.
La proposta è stata considerata inaccettabile, perché per l’ostello come lo vuole l’amministrazione ci vogliono almeno 200 mila euro. Che non ci sono e non ci saranno, ma non sembra essere questo il punto.
C’è di più, quello che molti non sanno - perché nessuno ne ha parlato neppure in questa occasione – è che pare che i fondi destinati al gioiello della fortezza vadano invece al secondo ostello savonese, quello della Conca verde, Villa de’ Franceschini, di cui lo stesso Lirosi, assessore ai quartieri del Comune di Savona, ha denunciato le problematiche. E’ uno spazio troppo grande, che non riuscirebbe a far fronte ai propri consumi e finirebbe per spendere più di quanto è in grado di guadagnare, è l’opinione dei molti che se ne sono occupati e dello stesso assessore. L’impressione, per concludere, è che l’ostello al Priamar, suggestivo nella sua cornice storica, potrebbe davvero essere una risorsa importante per il turismo e la crescita della città. Se solo si affrontassero i suoi problemi non solo a ridosso delle elezioni.