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In Breve

INDUSTRIA & COMMERCIO | 30 marzo 2011, 15:08

Da Marco Caviglione (IdV): Caro Atzori, "Speranza di vita" e "speranza di vita SANA" non sono sinonimi. Parola di Medico

Sul sito della Commissione Europea per la Salute, i grafici che smentiscono la classica difesa degli industriali: "Si vive di più, quindi l'inquinamento non fa male." Ma COME si vive?

Da Marco Caviglione (IdV): Caro Atzori, "Speranza di vita" e "speranza di vita SANA" non sono sinonimi. Parola di Medico

Ho avuto modo di ascoltare, stamattina, le dichiarazioni rilasciate dall’Ad della Demont di Millesimo Fabio Atzori dell’inaugurazione dei nuovi uffici dell’azienda. Al di là della lecita soddisfazione per lo sviluppo della propria azienda, verso la fine dell’intervista Atzori parla della relazione tra uomo, sviluppo industriale  e ambiente e purtroppo ne parla in termini assai semplicistici. Inizia con un’ovvietà (“qualsiasi cosa faccia l’uomo, da una strada a una casa, interferisce con l’ambiente”) per poi scivolare sulla  più classica – e purtroppo più inesatta – difesa dell’industria e dell’inquinamento industriale che ne deriva: “Se vi guardate le statische – sostiene Atzori – vedrete che nel  1900 si moriva a quarant’anni, mentre oggi l’aspettativa di vita supera gli 80”. E conclude, con un sorriso ironico:  “Probabilmente il progresso tecnologico non ha fatto solo danni…”
Ecco, allora guardiamole, le statistiche: ma non solo quelle che riguardano la durata della vita, perché sappiamo tutti benissimo che la speranza di vita media si è allungata grazie ai progressi della scienza medica.
Guardiamo anche quelle relative alla vita SANA, che vengono presentate sul sito della Commissione Europea per la Salute.
Scegliendo, come indicatore, l’aspettativa di vita alla nascita (Life expectancy at birth) e l’aspettativa di salute alla nascita (Health life years at birth), troviamo dati molto interessanti, che riportiamo qui sotto:

L’aspettativa di vita alla nascita è spettacolarmente in aumento: una galoppata verso l’alto che sembrerebbe dare pienamente ragione ad Atzori e in generale a tutta l’industria.



Ora, però, guardiamo l’aspettativa di SALUTE alla nascita.
Questa è quella degli uomini:



E questa è quella delle donne:



Le cose cambiano un pochino, non è vero?
Purtroppo, se i grafici sono chiarissimi, le immagini non sono perfette e nella colonna destra non si leggono bene i nomi dei diversi Paesi a cui si riferisce il grafico. Si vede, però, la crocetta che indica l'Italia: quindi da questa potrete capire facilmente come siamo messi.
Poiché io sono un medico di famiglia e non uno specialista in oncologia, preferisco lasciare  il commento di questi dati alla collega Patrizia Gentilini, oncologa e scienziata di fama mondiale, che così dichiara:

“E’ chiaro per tutti che nel nostro paese, a partire dal 2003 vi è un crollo dell’aspettativa di vita in salute, crollo che è ancora più repentino nelle donne che non nei maschi: la vita continua ad allungarsi, ma la vita in salute si accorcia drasticamente come, tra l’altro, non aveva mai fatto prima.
Cosa sta succedendo?
E’ evidente che la nostra salute sta rapidamente deteriorandosi per l’aumentare di patologie cronico-degenerative fra cui, in primo luogo il cancro, che purtroppo colpisce non solo gli anziani, ma sempre più spesso giovani e bambini.
Questo dato, del resto perfettamente coerente con l’aumento del 60%, nel consumo di farmaci di classe A nel nostro paese dal 2000 al 2009, dovrebbe suscitare estrema attenzione non solo fra cittadini e addetti ai lavori, ma ai più alti livelli istituzionali se non altro per i costi economici ed assistenziali che tutto ciò comporta.
E’ davvero sensato puntare tutta l’attenzione sulla ricerca di nuovi farmaci, senza di fatto mai puntare l’attenzione sulle cause di queste malattie, evitando fra l’altro di fornire ai cittadini informazioni scientificamente corrette, chiare, complete e dettagliate sui tanti agenti cancerogeni presenti nel nostro habitat? E’ ora di passare dalle parole alle azioni: guardiamoci intorno, chiediamoci che ruolo hanno pesticidi, diossine, nichel, cadmio, cromo, piombo, mercurio, benzene, PCB, IPA ... e gli altri numerosissimi veleni presenti ormai stabilmente non solo in aria, acqua, cibo, ma nel nostro stesso corpo. E’ ora di intraprendere azioni decise per ridurre la presenza di tali sostanze nell’ambiente, evitando ad esempio, di bruciare rifiuti o di inzuppare le nostre terre di pesticidi.
Non mi sembrano cose difficili da capire; di certo, senza tema di smentita, posso affermare che il cancro da cui certamente - nel 100% dei casi - si guarisce è quello di cui NON ci si ammala! Riscopriamo quindi la Prevenzione Primaria, investiamo risorse per ridurre l’esposizione delle popolazioni agli agenti inquinanti e difendiamo una informazione rigorosa, indipendente, scientificamente corretta sui rischi ambientali, solo così potremo sperare di invertire la rotta e risalire la china".

Ogni ulteriore commento appare superfluo.
Aggiungo solo che la prevenzione primaria certamente diminuirà i fatturati delle industrie farmaceutiche dei chemioterapici... ma farà senz'altro diminuire anche la spesa sanitaria complessiva, che in Italia, e non solo, continua ogni anno ad aumentare anche per le sempre più numerose indagini diagnostiche collegate alle neoplasie e alle malattie croniche in genere.

Dr. Marco Caviglione

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