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Savona | 24 marzo 2011, 10:59

Una spiaggia per tutti (i quattrozampe): ENPA Savona lancia la proposta

La proposta dell'ENPA: un piccolo tratto di spiaggia comunale, libera o a prezzi contenuti, in ogni comune della provincia, accessibile agli animali domestici

Una spiaggia per tutti (i quattrozampe): ENPA Savona lancia la proposta

L’abbandono di cani e gatti, prima delle vacanze estive, è certamente segno di inciviltà ma è favorito dall’assenza di servizi ed ospitalità nei luoghi di villeggiatura, malgrado le bandiere blu o le certificazioni ambientali di cui ormai si fregiano molti comuni rivieraschi. La realtà è infatti pesante per cane e padrone, con una selva di divieti di accesso in molte zone cittadine ed esercizi commerciali mantenuti da quasi tutte le Amministrazioni e malgrado non esistano nella vicina e simile Costa Azzurra.

La proposta, elaborata dai Volontari ENPA, prevede almeno 10-15 metri di litorale, con distributore di palette e contenitore per la raccolta delle deiezioni, espositore per l’affissione del regolamento della spiaggia e rubinetto per l’acqua.

Le spiagge andrebbero ad aggiungersi alle altre sei esistenti in provincia (dieci in tutto in Liguria), aperte con la consulenza e grazie all’attività svolta dall’ENPA di Savona, che è riuscita negli anni 90 ad ottenere l’
autorizzazione generale ad attrezzare – sulla base di propri progetti -  400 spiagge per cani in tutta Italia. Solo tre sono quelle comunali, a Ceriale, Finale Ligure e Pietra Ligure, dove in quest’ultimo Comune l’Amministrazione, dimostrando sensibilità e lungimiranza, ne sta aprendo una seconda. Ma delle tre private soltanto una, i Capo Mele di Laigueglia, ha prezzi accessibili a tutte le tasche; per l‘alto numero di cani, particolarmente necessaria è per Savona, dove l’ENPA spera che l’assessore Costantino riesca a inserirla nel piano delle spiagge libere.

Enpa continua inoltre a riproporre la modifica delle micidiali ordinanze di divieto di accesso ai cani in molte zone ed esercizi cittadini della Riviera:
aree verdi, giardini pubblici, bar e ristoranti. Ed assieme ad Assoutenti ha chiesto a tutti i Comuni di adottare l’Ordinanza “animal friend” proposta dal ministro del Turismo Brambilla.

 

Per approfondire:

UN PO’ di STORIA e .. di LEGGI.

Il divieto di portare animali domestici in spiaggia è stato introdotto negli anni ’80 per contrastare i fotografi ambulanti, che trascinavano sugli arenili poveri tigrotti o leoncini da mettere in posa con i turisti; purtroppo venne esteso ai cani e divenne l’unico paese al mondo, già caratterizzato da ogni serie di proibizioni verso il miglior amico dell’uomo (parchi, lungomari, isole pedonali, esercizi pubblici e privati, etc.), a perseguitare i cani in spiaggia.
Prima ed unica associazione, l’ENTE NAZIONALE PROTEZIONE ANIMALI di SAVONA
iniziò nel 1990 un lungo contenzioso con il MINISTERO dei TRASPORTI e della NAVIGAZIONE, allora competente sulle spiagge per mezzo delle CAPITANERIE di PORTO, che si concluse il 17.07.1995 quando, con lettera n° 5172153-Div. XVII-sez.1, inviata all’ENPA di SAVONA, finalmente concesse che “..A detti animali domestici potrebbe essere consentito
l’accesso a stabilimenti balneari nei quali sia previsto un apposito spazio e servizio destinati
agli stessi .”
Due anni dopo l’ENPA savonese ottenne che, per la prima volta in Italia, la locale CAPITANERIA di PORTO traducesse il concetto nell’annuale ORDINANZA sulla BALNEAZIONE, inserendo un testo sostanzialmente rimasto inalterato e ripreso negli scorsi anni da diversi COMUNI, ai quali è recentemente passata la competenza sulle spiagge: “I concessionari possono, nell’ambito della propria concessione, individuare aree debitamente attrezzate da destinare al ricovero di animali domestici, salvaguardando comunque l’incolumità e la tranquillità del pubblico ed assicurando le necessarie condizioni igieniche secondo le vigenti normative.”
Contestualmente l’ENPA predispose e mise gratuitamente a disposizione i progetti di tali “aree attrezzate” ed i relativi regolamenti, distribuendolo a circa 300 aziende interessate in tutto il Paese.
Nel 2000 finalmente alcune REGIONI legiferarono in materia; la Legge regionale ligure
22 Marzo 2000 n° 23 prescrive, tra i compiti dei COMUNI (articolo 4, lettera “i”) che gli
stessi “ provvedano ad individuare, durante la stagione balneare, aree debitamente attrezzate,
da destinare ad animali domestici, salvaguardando l’incolumità e la tranquillità dei cittadini,
la balneazione pubblica e assicurando comunque le necessarie condizioni igieniche secondo le vigenti normative”. Tali azioni sono state riconfermate nell’Accordo, in materia di benessere degli animali da compagnia e pet-therapy, sancito dalla Conferenza permanente per i rapporti Stato/Regioni, con D.P.C.M. del 28.02.2003 (G.U. n° 52 del 4.03.2003) che, all’articolo 9, recita:

“Le Regioni e le province autonome di Trento e Bolzano possono promuovere, a livello alberghiero e dei maggiori centri turistici, ivi comprese le spiagge e gli stabilimenti balneari,
l’accoglienza temporanea dei cani e dei gatti e degli altri animali da compagnia”.
L’ITER (DI MASSIMA) PER APRIRE UNA SPIAGGIA APERTA AGLI ANIMALI.
1) Occorre innanzittutto accertarsi che, nell’ORDINANZA COMUNALE sulla BALNEAZIONE,
sia prevista la possibilità di attrezzare spiagge aperte ai cani, come risulta nell’esempio allegato, relativo ad un comune della provincia di Savona (allegato 2); nel caso in cui il Comune interessato non lo preveda, chiedete aiuto alla sezione ENPA competente, affinché se ne faccia promotrice per la prossima stagione balneare.
2) Bisogna poi predisporre un progetto dell’area, che in linea di massima può consistere in una planimetria della spiaggia a disposizione, con indicate le attrezzature che, essenzialmente, sono le seguenti: un rubinetto dell’acqua e relativi scarichi a fognatura, per abbeverare (ed eventualmente lavare – attenzione alla raccolta degli scarichi) i cani, un contenitore per i rifiuti (soprattutto per le deiezioni dei cani, che dovranno essere raccolte dai proprietari) e la cartellonistica indicata nel regolamento dell’area; l’allegato 3 riporta un disegno di massima di una spiaggia non presidiata.
3) E’ bene consultare il SERVIZIO VETERINARIO ASL, che potrà dare ulteriori indicazioni e
prescrizioni (ed al quale comunque il Comune chiederà un parere tecnico per l‘autorizzazione).
4) Occorre anche preparare un regolamento della spiaggia attrezzata, del quale si allega la
scheda tecnica (allegato 4), che potrà ovviamente essere modificata a seconda delle esigenze e caratteristiche locali. Bisognerà inoltre garantire, con una convenzione, la reperibilità di un medico veterinario per le emergenze animali che dovessero presentarsi.
6) Progetto e regolamento dovranno quindi essere presentati al Comune per l’autorizzazione.
Non è possibile dare indicazioni su quali uffici ed assessorati siano competenti, perché cambiano da città a città.
Per convincere il Comune a concedere l’autorizzazione potrebbe servire mostrare le norme sopra riportate ed allegate (leggi, ordinanze di altri Comuni, accordo Stato-Regioni) e l’elenco dei bagni già autorizzati; nell’allegato 5 si trovano quelli Liguri.
L’ENPA savonese rimane a disposizione – gratuitamente – per qualsiasi chiarimento.

 

Com. ENPA Savona

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