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Savona | 10 marzo 2011, 11:29

In ricordo di Giuseppe "Checco" Robatto

Il Punto ospita oggi un ricordo del Giudice Robatto, scritto di cuore dal Collega Massimo Picone

In ricordo di Giuseppe "Checco" Robatto

Frequentavo spesso Giuseppe Robatto, il giudice di Pace scomparso a 75 anni d’età il cui funerale si è svolto oggi in San Domenico, vicino a via Paleocapa, la strada di Savona che era un po’ il suo regno, dove lo trovavi sovente a discutere tra un portico e l’altro con le tante persone che conosceva. Prima del 2006, quando Robatto ricopriva ancora l’incarico nel distaccamento di Varazze, assistevo alle sue udienze che non erano mai banali o scontate anche se i codici penali, amministrativi e civilistici quelli sono e quelli restano. Così come le normative da applicare e tutto quanto riguarda la materia giuridica.

Ma le sue udienze non erano, nonostante ciò, mai banali. Un giorno mi fece sede accanto a lui. Sembravo un assistente, o un giudice a latere. “Venga, si metta qui. Così capisce meglio le cose. E ascolti”. Davanti a me le parti e i relativi legali e qualche parente di una delle persone coinvolte in un fatto riguardante un incidente stradale. Ero in imbarazzo. L’invito mi era stato categoricamente giunto all’improvviso. Avevo ancora il taccuino e la penna in mano. Non ero riuscito a nasconderlo in tempo nei tasconi del giubbotto. Così li avevo riposti a debita distanza, in maniera che nessuno potesse pensare che trascrivessi ciò che era relazionato durante quell’udienza alla conclusione della quale, le due parti, erano riuscite a trovare un accordo sul risarcimento dei danni che, peraltro, trattavano una somma veramente esigua. “Vede, tutto questo baccano solo per questioni di principio. Capisce perché siamo sommersi di fascicoli ? Ci sarebbe ben altro di cui occuparsi, ma d’altronde anche questi fatti appartengono al nostro lavoro”, mi disse a porte chiuse. Non scrissi nulla, quel giorno. L’articolo non uscì. Ma non era così basilare.

Un’altra volta, per una contestazione di un automobilista dovuta a una sanzione comminata per eccesso di velocità e registrata da un autovelox, fu convocata una graziosa poliziotta della stradale di Imperia. Arrivò in Aula vestita in modo assolutamente sobrio. Ma Robatto la riprese: “Scusi, è lei l’agente deputata per la deposizione ? E’ per quale motivo non si è presentata in divisa ? Siamo in un Tribunale e lei deve rappresentare lo Stato e le istituzioni. La prossima volta si regoli”. Non resistetti. Il passaggio divenne un pezzo cosiddetto di “colore” ed uscì il giorno seguente.

Era anche questo “Checco” Robatto che bonariamente mi rimproverava sempre perché ero troppo magro. “Vede Picone, se lei si ciba solo perché obbligato, perde una delle rare belle occasioni della vita che si ripetono ogni giorno, più volte. Le altre passano di rado e non sempre si riescono a cogliere. Il cibo è lì. Deve solo scegliere ciò che ritiene, ma si dia da fare”.       

m. pi.

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