Che giornataccia.
Sì, lo so che le donne avevano bisogno di un simbolo; lo so che tra coloro che ebbero l’idea di utilizzare proprio me, perché fiorisco all’inizio di marzo, c’era la moglie di Togliatti; lo so che a quei tempi (era il ’46) nessuno avrebbe potuto prevedere che sarei diventata un simbolo consumistico.
Però, ragazze… avete chiesto agli UOMINI a portarvi la mimosa l’8 marzo. E secondo voi gli uomini potevano avere un minimo senso della misura?
Così oggi, appena metto il naso fuori, tutta contenta di portare con me il primo sapore di primavera, vengo presa d’assalto da una marea di maschi ululanti che mi tagliano i rami e mi rapinano i fiori. E non è carino, per niente. Mettetevi nei miei panni.
Forse potreste lanciare l’idea di un simbolo diverso: magari le sciarpe bianche che oggi scenderanno in piazza, magari le sveglie o le torce. Perché l’8 marzo è una giornata di commemorazione: la giornata in cui, tra le altre cose, si dice “no” alla violenza su tutte le donne.
E allora perché dovete proprio festeggiarla violentando me?
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