Eventi - 08 marzo 2011, 07:00

Donne Savonesi: Annalisa Scarrone in fondo ha vinto (di Valeria Rossi)

Annalisa non ce l’ha fatta. O forse sì, avendo vinto il premio della critica che, in qualsiasi manifestazione canora, dà il vero segno dei valori in campo


Quanto al televoto, è il solito “mistero” tra virgolette, visto che ormai si sa benissimo come funziona. In parte a botte di call center – per la serie “la casa discografica più grossa vince” – e in parte a phishing per polli, vedi voti parziali che mai al mondo hanno visto per due volte di fila lo stesso concorrente in testa, giusto per invogliare i fans di chi resta indietro – ovvero tutti, a turno – a televotare come dannati.

Telecom ringrazia.


Nel caso di “Amici” l'influenza delle case discografiche è relativa, essendo le forze in gioco presumibilmente paritetiche: molto più importanti invece quelle che mio figlio chiama “young carampans”, ovvero le ragazzine che stanno in piedi fino a tardi ad aspettare trepidanti il nome del vincitore di “Amici”, mentre ai coetanei maschi ne frega mediamente molto, ma molto meno. 

Che il fattore YC incida pesantemente, lo dimostra il fatto che in caso di finale maschio vs femmina vinca quasi immancabilmente il maschio, se è quantomeno carino (e quasi sempre lo è) osannato e adorato dalle suddette YC che si consumano le dita sui cellulari.  


A parte il risultato, dunque, che essendo determinato solo dal televoto risulta automaticamente dubbio (a dir poco) mi concedo un’opinione personale su questa finale, cancellando dalla mia mente il fatto che Annalisa sia savonese e per di più figlia di amici.

Annalisa mi è stata sopra il suo avversario, ma ha cantato decisamente peggio di quando l’avevo sentita in precedenza.


Certo, l’emozione fa brutti scherzi e la voglia di fare benissimo fa rischiare il “benino”: tutto più che comprensibile. 
Oltre al “benino” Annalisa c’è andata solo in coppia, laddove si è dimostrata assolutamente all’altezza delle sue partner (mentre Virginio, porello, è letteralmente scomparso di fronte a Vecchioni: ma è stato un tiraccio metterglielo a fianco, diciamolo).


Annalisa è scesa addirittura sotto al “benino” ne “La compagnia”, che invece mi è piaciuta abbastanza nell’interpretazione di Virginio (ma bisogna anche dire che hanno dovuto cantare su un arrangiamento orrendo e con una coreografia da prendere a mazzate).


Ripeto che non ho seguito “Amici” e che quindi non conosco gli altri concorrenti: sicuramente, se si dovesse  giudicare solo dalla finale, suggerirei alle case discografiche italiane di tenere più d’occhio programmi come “Io canto”, laddove si sono sentiti dei veri potenziali Talenti con la T maiuscola.

Ad “Amici”, non ho sentito alcun desiderio di alzarmi in piedi ad applaudire: tutte le prove sono apparse piuttosto ingessate, tutti i ragazzi avevano addosso la tensione di chi sente l’obbligo di “fare bene il compitino” e non sono riusciti a dare più di questo. 
Resto, tuttavia, convinta che Annalisa il Talento ce l’abbia. Stasera non si è visto tutto, ma si sente che c’è e sono sicura che emergerà prepotentemente.

Vorrei dire lo stesso di Virginio, ma siccome non riesco ad essere ipocrita posso solo ribadire il “bravino” che, peraltro, avevo già espresso qualche anno fa, quando si era presentato a Sanremo. 


Le auguro, di cuore, che da questa esperienza canora le derivi quel “po’ di soldi e quel po’ di celebrità” che le permetta di scegliere serenamente cosa vorrà fare da grande, ovvero una volta che le Young Carampans si saranno dimenticate di lui e avranno lanciato il loro cuore verso il ragazzino carino che si avvierà alla finale di Amici 2012. 
Ad Annalisa, invece, auguro di fare davvero la cantante: perché può farcela, se ai mezzi vocali unirà anche la “testa” giusta e la capacità di liberarsi da quella sindrome del compitino che l’ha penalizzata un po’. 


Valeria Rossi