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Attualità | 05 marzo 2011, 12:50

Animali in ospedale: un primo passo, ma subito. Se vi rendete conto di quanto sia importante

Cani e gatti in ospedale, come “animali visitatori”: una prassi normale in gran parte del mondo dopo che negli anni 80 si è scoperto l’immenso valore della cosiddetta “Pet therapy”, ovvero di quelle che in realtà dovrebbero chiamarsi AAT (Animal-Assisted Therapy, attività assistite con gli animali) e che han dato risultati eclatanti ovunque siano state utilizzate. Di Valeria Rossi

Animali in ospedale: un primo passo, ma subito. Se vi rendete conto di quanto sia importante

La Delta Society (http://www.deltasociety.org), presente il tutto il mondo (anche in Italia), impiega da molti anni gli animali sia come visitatori (il cui scopo è “semplicemente” quello di sollevare il morale dei pazienti: ma qualsiasi medico potrà dirvi che questo in realtà è fondamentale per una guarigione più rapida), sia come veri e propri terapeuti, con diverse possibilità di applicazione.

Per esempio vengono utilizzati i cani al posto delle macchine per gli esercizi di riabilitazione, lunghi, noiosi e spesso dolorosi.

E’ meglio restare per mezz’ora attaccati ad una macchina che ti fa muovere meccanicamente una spalla avanti e indietro, o passare lo stesso tempo a lanciare una pallina a un cane felice di giocare con te (assistiti, naturalmente, da un fisioterapista che ti fa compiere il movimento giusto)?

E’ meglio annoiarsi a morte su una macchina da “step” o portare il cane a passeggio su un percorso che comprende anche delle scale?


Visto che l’effetto è lo stesso, la risposta appare scontata: ma gli esempi da fare sarebbero moltissimi.

E comunque gli effetti più spettacolari si sono avuti nel campo della psicoterapia, specie in quella infantile. Per questo la pet therapy è stata accolta con grande favore in ogni parte del mondo, come dimostra per esempio questo video:

http://www.youtube.com/watch?v=T5YqJ-k97Is

Ovviamente gli operatori di pet therapy seguono tutti gli accorgimenti necessari per evitare il minimo problema: gli animali sono scrupolosamente selezionati, i cani addestrati, le condizioni igieniche mantenute sempre ai massimi livelli. Si bada molto anche al benessere degli animali, che infatti vengono utilizzati per brevi periodi e fatti riposare ogni volta che manifestano il minimo segno di stress.


In realtà, però, gli accorgimenti sono relativamente pochi, perché un cane sano e pulito non “porta malattie” di nessun genere (come qualcuno si ostina a credere): in compenso porta benefici immensi, soprattutto a livello psicologico.
Ci sono casi documentati di pazienti con Alzheimer che dopo aver ricevuto la visita di cane da pet therapy hanno ricordato i “loro” cani e ne hanno parlato dopo anni di mutismo; ci sono diversi casi di bambini autistici che si sono riaperti al mondo e hanno cominciato a comunicare grazie alle AAT.


In Italia il percorso è solo agli inizi (quando si tratta di cultura dell’animale, siamo sempre molto indietro…) ma diverse strutture hanno iniziato ad aprire i battenti a cani e gatti, come nell’esempio che vedete qui sotto:

http://www.youtube.com/watch?v=b-PfVn8E7hw

E a Savona?

A Savona non abbiamo un centro cinofilo specializzato in pet therapy, purtroppo: quindi è più difficile, per noi, commuoverci di fronte ai sorrisi dei bambini che vedono interrotta la loro routine ospedaliera dall’arrivo di un compagno peloso capace di far loro dimenticare, almeno per qualche minuto, la difficile realtà che stanno vivendo.

Però l’ENPA ha avuto una buona idea, tanto per cominciare: quella di lasciar accedere almeno gli animali di proprietà presso gli ospedali della provincia.

In questo caso non servono animali particolarmente addestrati: ogni cane e gatto sarà sempre e solo immensamente felice di potersi ricongiungere con il suo umano, di prendere due coccole, di dargli una leccatina.

IGIENE: Se l’animale è sano, problemi non ne esistono. Se avete guardato i video avrete notato che perfino alcuni piccoli pazienti oncologici che devono vivere costantemente con la mascherina sono autorizzati a rapportarsi con i cani… per il semplice motivo che il cane non viene colpito da alcuna patologia respiratoria trasmissibile all’uomo.

BAMBINI: vengono anche “baciati”, ovvero leccati, dai cani, senza che nessun medico si preoccupi, perché la saliva di un cane sano non può causare alcun danno agli umani.

SICUREZZA: Quando si parla di cani “normali” e non appositamente selezionati e/o addestrati, sicuramente non sarebbe salutare permettere a tutto il reparto di andarli a coccolare: ma qui stiamo parlando dei loro proprietari, delle persone che amano e di cui sentono sicuramente la mancanza in modo struggente. Sentimento spesso ricambiato, perché molti degli anziani che in ospedale “si lasciano andare”, per esempio, perdono la voglia di vivere anche perché sono stati separati dal loro amico a quattro zampe. E rivederlo, molto spesso, dà loro la forza di lottare, nella speranza di poter tornare al più presto ad occuparsi di lui, ad esserne responsabili, a sentirsi utili a qualcuno anche quando pensano di essere diventati solo un peso per la famiglia e la società "umana".

Tutto questo può fare la differenza, papale papale, tra la vita e la morte di una persona.

Per questo ci sembra davvero assurdo che il direttore dell’ASL2 savonese, Flavio Neirotti, stia ancora a pensarci su (considerando anche che ci sta pensando dal 2009, perché la proposta dell’ENPA era partita già allora: quella di questi giorni è semplicemente una “replica”).

Se il dottor Neirotti ha bisogno di sentire diversi pareri, saremo lieti di metterlo in contatto con diverse strutture già operative; con “Pet Partners” che hanno già reso felici – o un po’ meno tristi, che è già molto – migliaia di bambini; con medici e psicologi che nutrono immensa fiducia nella pet therapy proprio perché ne conoscono gli immensi benefici, che per chiunque vi si sia cimentato sono stati davvero superiori anche alle più rosee aspettative.

Di pareri contrari, semplicemente, non ne esistono: esclusi, ovviamente, quelli che non hanno nulla di scientifico ma che si rifanno a dicerie, leggende metropolitane o pura e semplice avversione verso gli animali (per la serie “i cani portano malattie” e altre sciocchezze simili) che però non possono sicuramente far parte della sfera di interessi di un uomo di cultura.

Per questo speriamo di poter vedere presto un “via libera” e una messa IN ATTO di questa bella iniziativa che però dovrebbe rappresentare soltanto un primo, piccolo passo verso un uso più ampio delle attività assistite con gli animali. Che agli umani fanno bene. Tanto bene.


Valeria Rossi

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