Dare una casa ai giovani e fermare il partito del cemento: con la Legge 38 si può. E' ben nota la difficoltà nella nostra regione ad affittare una casa a prezzi sopportabili. La politica del settore edile da molti decenni è stata indirizzata alla casa in proprietà e conosciamo bene il suo risvolto di sfrenata speculazione edilizia affiancato, entro certi limiti anche opportunamente, dallo sviluppo del sistema cooperativo. La locazione sia privata che pubblica è stata praticamente abbandonata.
Altri Paesi in Europa dispongono di un patrimonio in locazione calmierata che va da un minimo del 14% della Francia ad oltre il 40% della Finlandia. Da noi la obsoleta edilizia sovvenzionata è meno del 4 %. Alcuni sindaci si ‘chiamano fuori’ dalla soluzione di queste problematiche adducendo difficoltà nel reperimento dei finanziamenti sufficienti, nell'appesantimento della gestione o nella crescita del deterioramento del territorio. Argomenti solo parzialmente veritieri, a cui l'emanazione della Legge Regionale 38/07 ha inteso dare una risposta.
"Essa permette di trovare una soluzione per il problema casa soprattutto per le persone in stato di bisogno e di ridurre la speculazione edilizia, rendendola meno economica. Ad esempio, il recente caso Olmo a Celle Ligure, fermo da tempo dall’originario progetto di ampliamento, ne è un esempio: la soluzione che parrebbe delinearsi è quella di una riduzione di circa 2000 mq dal progetto originario con un 10 % da dedicarsi all’edilizia sociale (ossia case con un canone moderato). Sì, perché la l. 38 tra le altre cose prevede che i Comuni con problemi abitativi possano decidere che una percentuale della superficie sulle operazioni di edilizia residenziale superiori ai 500 mq venga destinata ad edilizia residenziale sociale (canone moderato od edilizia pubblica). Ed ecco la magia: diamo una casa a chi non l’ha e contemporaneamente rendiamo un po’ meno attrattiva la speculazione riducendo l’ondata di cemento. Certo: tutto questo se i Comuni volessero applicarla….. Purtroppo, invece, recentemente alcune amministrazioni (Savona, Varazze, Celle, Albisola Superiore, Cogoleto) hanno chiesto alla Regione di rivedere queste percentuali al ribasso, adducendo motivazioni che nascondono, a nostro parere, un'unica vera preoccupazione: le grandi speculazioni sono a rischio", spiegano dal Movimento Cinque Stelle di Savona, dal Mulino di Celle e da Gente Comune di Varazze.