- 21 febbraio 2011, 17:15

Savona: Zanardi sporge denuncia-querela per il dossier redatto dal Canonico Giampiero Bof

"Nel testo l’autore costruisce una teoria piuttosto complessa, partendo da dati totalmente falsi che terrei per personale decoro e trasparenza, fossero chiariti" chiarisce Zanardi.

Francesco Zanardi

"In riferimento al “dossier” (Come dichiarato dall’editore) redatto dal Canonico Giampiero Bof e divulgato nei giorni scorsi da un sito savonese di dubbia moralità e già noto per episodi simili, comunico che questa mattina è stata depositata presso il Palazzo Di Giustizia di Savona una denuncia-querela con ben 72 pagine di allegati. - afferma Francesco Zanardi che prosegue - Purtroppo un atto dovuto quello della querela, che non è stato possibile evitare, perché nel testo pubblicato, anche on-line appaiono in modo visibilissimo ed in più parti i miei numeri di telefono e ancor più grave il mio indirizzo di casa, oltre che decine di documenti confidenziali che non portano a dimostrare nulla, tranne che a mettere in piazza in modo incivile, momenti dolorosi della mia sfera di vita strettamente personale, tanti purtroppo causati dagli abusi subiti da don Nello Giraudo. Macabri ma di nessuna utilità tranne che la diffamazione. Nel testo che l’editore attribuisce a Giampiero Bof, l’autore costruisce una teoria piuttosto complessa, partendo da dati totalmente falsi che terrei per personale decoro e trasparenza, fossero chiariti".

"Mi si attribuiscono due fallimenti delle mie aziende, che però non sono mai avvenuti, dato pubblico e verificabile da chiunque. Tengo a chiarire che le aziende in questione sono la Setup S.A.S di Zanardi Francesco & C. che era la divisione dedicata ai servizi informatici del Gruppo Zanardimpianti con sede in via Pia a Savona. Chiusa nell’anno 2004 , l’azienda non è mai fallita, mai andata in amministrazione controllata o altro, non risulta alcun fornitore noto che avanzi crediti. Un altro dato totalmente falso riguarda le responsabilità di don Carlo Rebagliati, socio della Setup al 10% ma contrariamente a ciò che viene dichiarato, non aveva alcuna responsabilità giuridica all’interno della società. Dato anche questo pubblico e consultabile. - continua ancora Zanardi - Sempre nel testo attribuito a Giampiero Bof, compare un altro fallimento, quello della Zanardimpianti, mai avvenuto malgrado la Diocesi di Savona Noli sembrerebbe aver fatto di tutto perche avvenisse non, onorando fatture elevate per circa 15 mesi, dato che Bof dovrebbe conoscere bene!".

"Più di una volta ho temuto ci fosse a cura di ignoti, un burattinaio che tira le fila di questo scandalo, non certo per far emergere la verità. Questo dubbio si accentuò dopo le calunnie di istigazione alla prostituzione rivolte a Rebagliati, pensai il prossimo sarò io ? Purtroppo non possiamo dimenticare i fatti (almeno quelli documentati) che sono avvenuti dall’inizio di questo scandalo che coinvolge sacerdoti e laici. All’inizio dell’estate a una vittima, brucia l’auto sotto casa. Pochi giorni dopo, io vengo aggredito sotto casa, dopo pochi giorni la polizia postale intercetta una lettera anonima indirizzata al prof. Nicolick. Non cito le decine di SMS di minaccia arrivati al telefono delle vittime tutti da cabine e ancora quell’anomalo furto di CD a casa mia, la scorsa estate. Poi scoppia lo scandalo Rebagliati, G.C. lo accusa di istigazione alla prostituzione, accusa che però pare non avere molti riscontri, tranne che danneggiare gravemente l’immagine dell’ex economo Rebagliati. Dopo questo, circa un mese fa, G.C. l’accusatore di Rebagliati, viene sorpreso e fermato in piena notte sotto casa da ben 2 pattuglie del 113 intervenute sul posto. L’intento era senza dubbi quello di farmi aprire la porta di casa bloccando il citofono, se fosse stato un semplice “Scampanellatore notturno” perché aspettare sotto casa e farsi fermare dalle forze dell’ordine? Adesso questo “Dossier sulla pedofilia” che l’editore attribuisce a Giampiero Bof,  in realtà un monologo su Francesco Zanardi pieno di dati totalmente errati e che comunque non centrano con la pedofilia e tendono solamente a screditare la mia immagine senza arrivare a conclusione alcuna" spiega Zanardi. 

"Se realmente questo “dossier” che definirei spazzatura  è cosi indicativo di qualche crimine da me commesso, perché è stato incivilmente divulgato e non utilizzato per fare un esposto contro di me alla Magistratura ? io in genere faccio così. Sarebbe certo stato meglio se l’obbiettivo fosse la verità. Qui invece l’unica resa che ha avuto è stata quella di tentare di screditare pubblicamente la mia immagine con dati falsi che chiunque può verificare. Tra le altre cose trovo premeditato il fatto che io sia arrivato a conoscenza del documento, tramite una segnalazione, e non tramite invio da parte dell’autore. Invito l’autore, qualora volesse fare un altro “dossier” magari lo faccia sulla pedofilia nel clero, magari li riuscirà a trovare più dati e soprattutto più precisi e alla sua portata. Rammento che nell’ultimo anno, non mi è pervenuto per ora, alcun avviso di garanzia, ne notifiche di querele. Sottolineo anche che le mie denunce sono state fatte alla Magistratura e corredate di testimonianze in supporto alle mie accuse, potrà essere che alcuni reati siano prescritti ma ciò non vuole dire che non siano accaduti. Naturalmente il “Dossier” mi preoccupa poco, quello che adesso preoccupa molto di più me e il mio compagno avendo già subito intimidazioni, è il fatto che il nostro indirizzo di casa è pubblico a tutti, abitando al primo piano certo non è tranquillizzante. In circolazione esistono personaggi dalla mente fragile e facilmente deviabile, che potrebbero cogliere la palla al balzo e aggredire un bersaglio che qualcuno ha indicato, anche senza neppure volerlo. Abbiamo chiesto all’editore di eliminare, almeno la parte di dati che contiene telefono ed indirizzo, ricevendo un secco rifiuto" conclude l'accusatore della curia savonese.