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Savona | 10 febbraio 2011, 12:03

Savona: il capoluogo al 13° posto tra le città più indebitate d'Italia

Il risultato emerge da un’analisi condotta dall’Ufficio studi degli Artigiani di Mestre (CGIA)

Savona: il capoluogo al 13° posto tra le città più indebitate d'Italia

E’ Torino il Comune capoluogo più indebitato d’Italia ma, come non di rado accade in questo genere di graduatorie in negativo, la Liguria non ride: Genova è al sesto posto assoluto, seguita da Savona in tredicesima posizione. Il risultato emerge da un’analisi condotta dall’Ufficio studi degli Artigiani di Mestre (CGIA) che ha calcolato l’incidenza percentuale del debito sulle entrate correnti, dei 118 Comuni capoluogo di provincia italiani nel 2008.

Il parametro di riferimento è costituito dal rapporto tra le passività accumulate da un Comune e il totale delle proprie entrate. Tirate le somme e messi uno dietro l’altro i 118 capoluoghi, è risultato al primo posto Torino, con una percentuale di debito sulle entrate correnti pari a 252,2, seguito da Carrara con il 223,1%, Milano con il 209,9%, Teramo con il 192,1%, Fermo, con il 181,5% e Genova con il 180,8%. Tra i Comuni più virtuosi, invece, in una graduatoria che per una volta abbandona il classico schema nord – centro – sud, ci sono L’Aquila (9,1%), Vibo Valentia (8,2%), Brescia (7%) e Caltanisetta (5,4%). Savona è appena a ridosso della poco esaltante “top ten”, con un rapporto tra debito ed entrate correnti pari a 158,7%, vale a dire che su ogni euro incassato pesa un debito superiore a 1,5 euro. Stanno meglio gli altri due capoluoghi liguri: Imperia è al 39° posto con un rapporto pari a 114,6% e La Spezia naviga al 50° posto con 97,5%. La media nazionale del rapporto passività/entrate è stata calcolata al 92,9%.

Un secondo indicatore preso in esame dagli Artigiani di Mestre è stato quello più semplice da calcolare: il debito pro-capite. Anche in questo caso, è sempre il Comune di Torino a svettare nella classifica nazionale: su ogni torinese grava un debito di 3.419 euro. Al secondo posto troviamo Milano, con un debito pro-capite di 2.967 euro e al terzo posto Siena, con 2.515 euro. Tra i meno virtuosi anche Carrara (2.375 euro pro capite), Genova (2.207 euro) e Catania (2.167 euro). I più fortunati, invece, sono ancora una volta i bresciani (con un debito di soli 92 euro pro-capite), gli aquilani (84 euro), i residenti di Vibo Valentia (68 euro) ed, infine, i nisseni (42 euro). E Savona? Al ventesimo posto, con 1.496 euro pro capite. Seguono Imperia con 1.054 e La Spezia con 809 euro.

“Con questa analisi – ha precisato il segretario della CGIA di Mestre Giuseppe Bortolussi – non vogliamo dare nessun giudizio di merito sull’operato dei sindaci. Nel caso di Torino, ad esempio, sarebbe veramente ingiusto, visto che buona parte del debito che grava sull’Amministrazione  comunale, è riconducibile al costo delle grandi opere che si sono rese necessarie per realizzare le Olimpiadi invernali del 2006”. Dall’analisi emerge però un dato politico molto chiaro: “Negli ultimi 15 anni – ha aggiunto Bortolussi – ai Comuni sono stati progressivamente tagliati i trasferimenti dallo Stato centrale che, solo in parte, sono stati compensati dalle compartecipazioni ai tributi erariali. Nel frattempo, però, sono aumentate le funzioni e le competenze in capo ai sindaci, con il risultato che questi ultimi hanno dovuto, per mantenere la qualità e la quantità di questi servizi offerti ai cittadini, od indebitarsi od aumentare le tasse e le tariffe locali”.

sav.econ.

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