Cartiera Verde di Varazze, un’azienda che per prima in Italia ha sperimentato e adottato tecnologie innovative, per il recupero della carta da macero, riducendo al minimo il rischio inquinamento si trova ormai da tempo in una situazione difficile. Continuano gli incontri tra le diverse parti coinvolte a vario titolo nella complicata vicenda, che colpevolmente si trascina da troppo tempo con inevitabili problematiche. Per capire nel dettagli di quali problematiche si trattano siamo andati a chiederlo a Fausto Dabove segretario provinciale selc cgil.
“La Cartiera Verde si trova in una situazione sempre più critica, sono anni che chiediamo l’attenzione delle istituzioni e del territorio e maggiore attenzione per questo sito. – racconta Dabove - Un’azienda relativamente giovane risalente agli anni ‘90 nella quale si faceva una produzione di valore dal punto di vista industriale e ambientale e dove si partiva dal macero della carta e con processi ecologici si arrivava ad ottenere un prodotto come la carta ecologica. Su questo sito è aperta una procedura concorsuale che non si riesce a chiudere e che dura da troppo anni a causa dell’apertura di un contenzioso con difficoltà amministrative e burocratiche annesse. Oltre alle problematiche di natura amministrativa si sono aggiunte anche quelle del mercato con la crisi generalizzata che ha toccato anche questo settore. Da marzo 2010 è partita la cassa integrazione a zero ore per i dipendenti e a marzo di quest’anno finiranno le 52 settimane di cassa ordinaria che sono legate alle problematiche produttive che tuttora esistono. Quello che si dovrebbe fare è un rilancio e una riconversione della cartiera con una produzione di carta di diverso tipo ma gli investimenti possono essere fatti solo quando ci sarà una proprietà certa dove uno che investe potrà essere sicuro di rientrare nei propri investimenti. Oggi non siamo in queste condizioni perchè la procedura ancora non è risolta. Il primo obiettivo nel mese di marzo quando scadranno le 52 settimane di cassa ordinaria è dare continuità di copertura con una proproga degli amortizzatori sociali a questi 60 lavoratori addetti alla cartiera che il sei marzo rischiano di rimanerne senza".
Quello che chiede il segretario provinciale selc cgil è una continuità di copertura per i lavoratori anche dopo il 6 marzo e di risolvere le questioni di natura non produttiva per il rilancio del sito. “In questo momento l’azienda che sta operando in regime di affitto è una azienda che ha uno stabilimento anche a Udine e fa parte di un’azienda di un gruppo a livello nazionale. L’affitto scade a marzo di quest’anno e questa azienda ha comunicato la disdetta del contratto creando una situazione di incertezza sul futuro, ma è anche vero che la stessa azienda ai tavoli istituzionali e sindacali ha dichiarato interesse per l’acquisizione del sito nel momento in cui si saranno risolte le problematiche di natura amministrativa burocratica e legale. Quindi possiamo dire che c’è interesse verso la cartiera perchè è un sito nuovo che produce in modo ambientale e che potrebbe interessare anche ad altri gruppi e che dà lavoro tra diretto e indotto a circa un centinaio di persona, altro aspetto da tenere in considerazione” conclude Fausto Dabove della Slc-Cgil.