- 18 gennaio 2011, 15:26

Metti Le Iene a Palazzo di Giustizia

Ore 11:30, Tribunale di Savona. Cittadini e comitati firmatari dell'esposto contro la centrale termoelettrica a carbone di Vado Ligure sono sotto il Palazzo di Giustizia, carte alla mano. C'è l'avvocato Roberto Suffia, curatore del' esposto, codici alla mano. Arrivano le Iene Pablo Trincia e Giorgio Romiti, telecamere alla mano. Ci sono i quotidiani locali e non, taccuini e macchine fotografiche alla mano. Le prime interviste, poi si sale. Un foglio A4 segnala che il metal detector è "GUASTO". Un metà detector...

Pablo Trincia de Le Iene intervista una rappresentante dei comitati

Destinazione: l'ufficio preposto alla ricezione degli Atti.

Come noto quest'esposto prospetta ipotesi di reato che non lo rendono una cosetta qualunque: oltre al "getto pericoloso di cose" ci sono "lesioni personali e omicidio"

Tra i firmatari, il presidente della quarta e quinta Circoscrizione di Savona, il capo del Gruppo Misto Renzo Briano, l'Ammiraglio Nino Frisone.

Corridoio. Bisogna aspettare. In due armeggiano attorno ad una grossa fotocopiatrice nello stretto corridoio, inceppata. Passa un quarto d'ora la porta dell'ufficio si apre, l'avvocato si siede, il timbro del Pubblico Ufficiale si abbatte con grazia sulla carta, ora bollata. Sono le 12:20.

Gli atti sono finalmente agli atti.

Per immortalare il momento una cittadina firmataria senza nascondersi, scatta una fotografia. Non l'avesse mai fatto. Scoppia un mezzo putiferio. A gran voce si ordina di cancellare la foto. Ma… l'intrepida fotografa è un'operatrice dell'informazione, e qui saremmo in un luogo Pubblico per eccellenza e ministeri. Qui siamo tutti adulti e vaccinati - alza la voce il Pubblico Ufficiale - ora capisco perché va male l'Italia!

Già. Ora capisce perché va male l'Italia. Perché una giornalista fa il suo lavoro e scatta una foto mentre in un ufficio pubblico, in orario di apertura al pubblico, di fronte ad un pubblico ufficiale si deposita un atto pubblico su un (enorme) problema pubblico?

Forse è per questo che "l'Italia va male"… sarà certamente per questo.

L'avvocato viene "accusato" di non badare ai suoi assistiti. La sua risposta è educata ma ferma. Il pubblico Ufficiale "ordina". La foto viene cancellata. Ora il momento del deposito dell'esposto si presenta così:

Quanto è lontano il diritto di cronaca?

Non si vorrà indispettire proprio chi è addetto a ricevere l'esposto, redatto in mesi di lavoro per cercare di tutelare la salute pubblica, di tutti, anche la sua di pubblico ufficiale, mentre apostrofa i presenti ricordandogli che non sono a casa loro.

Si scende. Due fogli A4 semiaccartocciati sul corrimano delle scale avvisano: "Attenzione: pavimento scivoloso". Cittadini e Legali tengono i piedi per terra.


L'avvocato Roberto Suffia chiede udienza al Procuratore della Repubblica di Savona, per informarlo sul deposito dell'esposto. Un gesto di cortesia istituzionale, di quelli che forse non si usano più tanto.

Pare però, che occorra una richiesta scritta per incontrare il Procuratore, che pare un po' eccessiva a chi in tribunale passa una buona metà di vita. E infatti la cosa viene chiarita e il colloquio avviene a porte chiuse.

Chiedendo alla segreteria, ci mettiamo in coda, come giornalisti tesserati, per incontrare il Procuratore. Ci informano che normalmente l'incontro con la stampa avviene alle 13. Aspettiamo volentieri. Oltre ai cronisti di giudiziaria, però, oggi ce ne sono altri, oltre a quelli che il dott. Granero definirà con un sorriso senza antipatia "i soliti noti". Sono de La Stampa, del Secolo XIX, di Savonaeponente, e ci sono Le Iene.

Una giornata particolare, evidentemente, ma: niente telecamere e niente macchine fotografiche. che per chi lavora in internet o in televisione non rappresenta un problema da poco. Dall'ufficio del Procuratore il panorama di Savona è quasi mozzafiato. Il fumo che sale da dietro un divano in pelle preoccupa i non frequentatori, ma niente paura: è un deumidificatore.
Bella la tonalità di azzurro intenso scelta per la parete di destra, enigmatici i due quadri quadrati che ritraggono entrambi una sorta di sipario abbassato, di una nuance del tutto simile a quella della parete stessa.

A parte una presa d'atto, però, nessuna dichiarazione, fatto salvo il non apprezzamento per l'attenzione mediatica che il deposito di questo esposto ha sollevato. Letto l'esposto, ci pare normale. Come normale che un' Autorità non si faccia influenzare da telecamere e giornalisti, come sarebbe sempre giusto fosse.

Ma ciò che l'esposto espone è in fondo cosa nota. Carbone, Inquinamento, malattie e morti premature le cui cause si chiede d'accertare. Non ci par dunque polemico chiedere SE la cosiddetta attenzione mediatica avrà ripercussioni sull'esposto stesso, anche perché siamo certi che no; che i giornalisti i fotografi e i ragazzi de Le Iene sono lì per raccontare, con i mezzi di cui dispongono, spenti. Pochi in fondo, come quelli a disposizione della Procura, secondo quanto dichiarato dallo stesso Granero. Dottore - chiediamo - parla di Diritto o di tecnologie?

Ma questa è un'altra intervista. La potenza mediatica svilisce il lavoro della Magistratura. Forse. Pochi come i giornalisti possono cogliere il senso profondo di queste dichiarazioni, in anni come questi, contro i loro interessi.

Ma le ipotesi di reato prospettate nell'esposto dei Cittadini e dei Comitati, restano omicidio, getto pericoloso di cose e lesioni personali. Ed ora, sono agli Atti. Con o senza telecamere, cercheremo di fare il nostro lavoro, che è quello di darvene conto. Sempre.

 

ilpunto@savonanews.it

 

 

Mario Molinari