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Politica | 13 gennaio 2011, 11:31

Savona: Sinistra Ecologia e Libertà di Savona si schiera a fianco della Fiom

SEL esprime sostegno alle posizioni assunte dalla Fiom in merito alla questione che ha interessato e sta interessando i dipendenti FIAT

Savona: Sinistra Ecologia e Libertà di Savona si schiera a fianco della Fiom

Sinistra Ecologia e Libertà di Savona esprime sostegno alle posizioni assunte dalla Fiom in merito alla questione che ha interessato e sta interessando la modifica del contratto di lavoro dei dipendenti FIAT dello stabilimento di Mirafiori ed è vicina a tutti gli operai che ci lavorano. "Rifiutiamo nettamente la visione ottocentesca di Marchionne,  - spiega Nicola Isetta, di SEL - che pretende di competere con un mercato in evoluzione, non con investimenti che permettano al prodotto FIAT di tornare competitivo, ma giocando al ribasso su diritti che i lavoratori hanno conquistato con decenni di battaglie.

L'accordo separato sullo stabilimento Fiat di Mirafiori rappresenta innanzitutto  un attacco gravissimo alla qualità di vita, alla salute, al diritto di espressione dei lavoratori . Ma non è solo una sfida arrogante contro il mondo del lavoro. E’ un attacco ai diritti di tutti i cittadini, poiché mette a repentaglio il valore fondamentale delle libertà democratiche in questo Paese. Si vuole mettere il bavaglio a tutti coloro che non si allineano, imponendo l'eliminazione del sindacato che non acconsente di sottostare alle pretese di Marchionne. Chi non e' d'accordo non ha piu' diritto ad esistere nei luoghi di rappresentanza dei lavoratori.  

Occorre indignarsi di fronte allo squadrismo in versione burocratica che sta tentando di cancellare un'istituzione come i sindacati, naturalmente invisa a chi non veda di buon occhio un sistema di mediazioni di stampo democratico. Serve un cambio di passo per una politica che si dimostra, ogni giorno di più, subalterna rispetto al mercato, rinunciando al suo ruolo di guida nello sviluppo economico del paese. Non si può permettere all'impresa di prendere soltanto, comportandosi al dunque come un feudatario deciso a fare i propri interessi incurante di regole e limiti. E tutto senza peraltro chiedere garanzie su un piano industriale che, dopo lo scorporo avvenuto tra Fiat auto e FIAT Industria, pare condurre la produzione dell’auto lontano dai confini italiani, a prescindere da quante angherie i lavoratori decideranno di accettare in futuro.

In questo contesto è scandalosa la posizione del Governo Italiano che, a differenza di quanto ormai avviene nella quasi totalità del mondo, non ha assunto una responsabilità diretta nella gestione della crisi ma ne è rimasto, quantomeno, spettatore passivo, se non palesemente schierato, certo non a tutela dei diritti del lavoro. Subire il ricatto imposto da FIAT significherebbe accettare il principio per cui chi ha i soldi decide, e chi lavora non può fare altro che chinare la testa.

Noi riteniamo invece che questa debba essere l'occasione per ragionare del futuro industriale del paese in termini di ricerca ed  innovazione, aiutando quella piccola e media impresa che da sempre rappresenta la spina dorsale della nostra economia".

 

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