La Liguria è una regione a forte rischio idrogeologico, ma mancano i fondi per un’adeguata sicurezza del territorio. Questo secondo quanto riportato dal quotidiano “Terra”. L’articolo a firma di Federica Lombardo (Terra - redazione di Milano -) è giustamente critico e severo per la provincia savonese e, in generale, per la Liguria.
“Clima mediterraneo e un territorio ricco ma ad alto rischio idrogeologico: è anche questa la Liguria di oggi, alle prese con fiumi e torrenti che, se mal curati, possono diventare vere bombe ad acqua – scrive la collega giornalista - . Tra le tante cause c’è un cambiamento climatico sempre più veloce e la mancanza di finanziamenti che sacrifica molti interventi di manutenzione (anche ordinaria), il monitoraggio del territorio e programmi di sensibilizzazione e informazione ai cittadini. E, visto che l’informazione al cittadino è tanto importante quanto un argine di sicurezza, “Legambiente” e il dipartimento della Protezione civile, con un’indagine realizzata nell’ambito di ‘Operazioni fiumi 2009, riferiscono che sono ben 188 i Comuni liguri a rischio idrogeologico, di cui 103 potenzialmente soggetti sia ad alluvioni sia a frane”. La Lombardi analizza il parere degli esperti: Per Alessandro Poletti, responsabile delle aree protette e assetto idrogeologico per “Legambiente Liguria”, la soluzione ideale per la Liguria sarebbe “demolire tutto ciò che è stato realizzato vicino ai torrenti e ai fiumi, recuperare le aree golenali e aprire tutti i torrenti che sono stati combinati”. Per le aree non urbanizzate, invece, “prevenire e trattare in maniera idonea la vegetazione” e, affinché il territorio “affronti” meglio l’acqua dei fiumi e la pioggia, “portare avanti interventi di manutenzione del manto boschivo, tutelando il sottobosco e favorendo il ritorno del bosco autoctono di faggio, abete, quercia e leccio”.
“Terra” arriva anche all’analisi del capoluogo. La Lombardi spiega: “Il torrente Letimbro che attraversa Savona invece, è stato recente protagonista di opere di pulizia, messa in sicurezza e anche di qualche malcontento cittadino. Ugo Ghione, presidente provinciale di Ceda (Comitato ecologico difesa ambientale) afferma che ‘tutti gli anni ricordiamo il ritardo delle operazioni di pulizia, eseguite parzialmente e solo negli ultimi due km del torrente e che la spazzatura è regolarmente buttata nel letto del Letimbro, in mezzo alla città: reti di letto, rifiuti di ogni tipo’. Dal canto suo, l’assessore comunale savonese all’ambiente Jorg Costantino, assicura che ‘i lavori sono partiti tenendo conto delle zone più a rischio e i tempi sono stati rispettati’. Il costo della manutenzione annuale per il Letimbro, ci fanno sapere dallo stesso assessorato, va dai 30 ai 40mila euro e i lavori che facciamo portano tutti ad un miglioramento ma a volte anche le circoscrizioni hanno difficoltà a capire la natura dei nostri interventi”.
(nella foto la foce del Letimbro durante l'estate scorsa)