IL PUNTO DI MARIO MOLINARI - 14 dicembre 2010, 10:42

A ciascuno la sua torta

Alle h 12:00 Angelo Vaccarezza disvela l'apposito sondaggio su Tirreno Power, Maersk e Ferrania. Ma già si è capito tutto (o quasi) il sondaggio è disponibile in allegato .pdf

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Troppe percentuali sembrano quasi un addobbo prenatalizio, e forse lo sono.

E così Angelone Vaccarezza, a tre giorni tre dalla conferenza dei servizi che deciderà il futuro dell'ampliamento a carbone della centrale termoelettrica Tirreno Power di Vado Ligure, cala quello che secondo lui è l'asso nella manica larga:  "l' autorevole sondaggio" realizzato dalla triestina SWG. A questo punto val la pena di buttare sul tavolo nero alcune anticipazioni / scommesse su cosa dirà tra poco il presidente della provincia di Savona.

Savonanews.it è già in possesso del documento completo di questo fantomatico sondaggio, e facile sarebbe pubblicarlo per intero e svolgere sin d'ora alcune riflessioni sulle bizzarre domande poste che corrispondono a bizzarri risultati. Correttezza istituzionale ci fa optate per una pubblicazione integrale alle ore 12:00

Dunque Angelone se la gioca così: a tre giorni dalla conferenza di servizi deliberante, tenta di utilizzare questo sondaggio a guisa clava per far più o meno direttamente pressione sulla Conferenza. E bravo. Si sapeva da giorni, ma finalmente si alza il sipario. Ed era ora, visto che questo inutile, tossico, redditizio carbone di spaccature ne ha già prodotte molte, anche se non abbastanza.

- CGIL: La prima e più lacerante quella tra la base della CGIL - da sempre attenta ai problemi di ambiente e salute - ed il suo cupolotto digerente, che si squilibrano a proporre una manifestazione "PRO - Prietà" tentando persino di ricompattare la Triplice, aspramente contestata ieri a Roma, una volta di più. Ed è una spaccatura sostanziale, una la lacerazione che a savona si sta consumando in rigoroso silenzio. In realtà la spaccatura, anzi la faglia, è ben più profonda, e attraversa il confine provinciale di levante: mentre GCIL Genova punta con decisione e manifesti (vedi foto) alle energie rinnovabili, quella di Savona - o meglio i suoi dirigenti… punta dritta su carbone e cemento. Non è una novità. Anche a Genova CGIL appoggiò la Proprietà con le acciaierie ILVA / Riva, come oggi appoggia il "nuovo locale padrone": Tirreno Power. Da sole due settimane siamo in attesa di un solenne pronunciamento della neoeletta Susanna Camusso, che ad oggi, tace.

- IDV: Spaccato. Siamo tuttora in attesa di una smentita dell'On Paladini che apre un paginone del secolocon un catenaccio di tutto rispetto: "Paladini: siamo favorevoli, se le emissioni diminuiscono e a controllarle è la mano pubblica", la stessa che sino ad oggi tanto ha fatto, per intenderci. Non si fanno attendere le reazioni del povero Rosario Tuvè e del consigliere regionale Stefano Quaini (medico anestesista) che sulla stessa pagina chiosano alla grande con mirabile sintesi: "Noi, in pratica, siamo per l’amplia­ mento ma purché le emissioni dimi­ nuiscano sensibilmente e scendano al di sotto dei limiti di legge. Perché l’ampliamento dev’essere totalmen­ te eco­compatibile e la salute pub­ blica garantita al mille per cento»."

MA… tutta l'IDV non aveva detto il contrario in campagna elettorale? La risposta non limata è: SI. Avevano detto il contrario. Tanto che alcuni suoi rappresentanti locali come il consigliere provinciale Marco Caviglione e l'ex assessore quilianese Federico Gozzi (poi dimessosi per motivi lavorativi) sono ulteriormente allibiti e prendono le adeguate distanze di sicurezza.

- PD: continua nei suoi tripli carpiati tra fischi & fiaschi, mentre Giovanni Durante prende carta e penna e denuncia pubblicamente una posizione politicamente suicida oltre che devastante per il territorio. Lo fa con una mail inviata al PD dopo una riunione. L'organizzazione si premura nel pubblicargliela nel frequentatissimo blog "pdsavona.it" (quello del sondaggio sullo sgranamento del multisindaco fatto opportunamente sparire) che a tutt'oggi piace a ben 10 (dieci) persone, una delle quali è lo stesso PD savonese. La ripubblichiamo volentieri qui sotto, convinti sia un atto di buon senso e di civiltà, ormai tanto rari da far notizia

Non solo in parlamento, ma anche su temi come questi, dove ci si gioca tutti vita e salute, tanti sono ormai i voltafaccia che certi politici per esser riconoscibili e magari per un refolo di pudore dovrebbero riservarsi il buon gusto di offrire la nuca ai loro elettori.

E in tutto questo Angelone Vaccarezza in Power che fa? Tiriamo a indovinare:

dopo essersi coccolato da tempo un sondaggio che attesterebbe i presunti FAVOREVOLI all'ampliamento della centrale a carbone attorno al 70%, fa annunziare dai suoi tre addetti stampa tre, e a sorpresa, una conferenza stampa  per oggi alle 12:00 "riguardo a Tirreno Power". Ma dai… Usare il sondaggio SWG come una clava sulla Conferenza dei Servizi di dopodomani a Roma? Figurati. Anche perché il sondaggio stesso sarebbe commissionato da… TIRRENO POWER (qui risate finte).

La povera Tirreno si che è abituata a controllarsi da sé, ma autosondaggiandosi si supera in scioltezza a destra, dove trova carico e piazzato un Vaccarezza che non vede l'ora di far da cassa da risonanza (e che cassa) alle imbarazzanti spaccature dell'opposizione e di rilanciare il sondaggio / silurone sulla conferenza dei servizi.

Scommettiamo?

Oppure potrebbe essere ancora più fiacca: un sondaggio che stabilirebbe favorevoli e contrari all'ampliamento di Tirreno Power con una domanda rivolta ai 600 interpellati talmente polarizzata da rendere quantomeno inattendibile la risposta. Tutta roba già vista e rivista negli ultimi trent'anni. Tutto il resto è sull'importanza dei temi Tirreno Power - Piattaforma Maerk - Ferrania.
Come dire, domanda: sono importanti? Certo che sono importanti.
Il tutto così messo significa - al netto di una stampa compiacente: IL NULLA.

Qualche ora e stiamo a vedere…

ilpunto@savonanews.it

 

Segue: La Lettera di Giovanni Durante (PD) al PD savonese:

"Lettera aperta sulle posizioni politiche del Pd a livello locale sui temi dello sviluppo e del lavoro

 Ho avuto modo di leggere sui quotidiani ed ascoltare nella prima direzione provinciale del PD le prese di posizione e la linea politica che s’intenderebbe dare al Partito Democratico savonese sui temi dello sviluppo e del lavoro.

Vorrei fare, inoltre, riferimento alla volontà d’adesione, preannunciata dal segretario provinciale del PD agli organi d’informazione locale, alla manifestazione per il lavoro, lanciata dalla CGIL, legittima provocazione che si pone l'obiettivo di sbloccare un presunto immobilismo (da parte di chi? E perché? Non sarebbe giusto esplicitarlo?) sui temi quali piattaforma containers di Vado Ligure, il potenziamento a carbone della centrale Tirreno Power, la realizzazione del porto turistico della Margonara “stoppata” dalla Regione Liguria.

Si tratta di progetti molto diversi, con obiettivi, mi pare, addirittura in contrasto tra loro, in una visione complessiva di sviluppo economico di un comprensorio ampio e articolato.

L’affermazione “siamo il Partito del lavoro” mi pare, sinceramente, di stampo propagandistico, come a far intendere chiaramente che chi pone perplessità o dubbi, o proposte alternative, sia contro il lavoro e i lavoratori, ponendo, dunque, i lavoratori contro i cittadini che chiedono certezza sulla propria salute.


Mi sembra un grave errore porre le questioni in questi termini, ed un arretramento, a mio avviso, trentennale sul piano culturale prima che politico da parte di un partito che ha come finalità quelle di interpretare e governare le complessità e la modernità della società, assumendo, purtroppo e senza ragionevoli dubbi posizioni produttivistiche ad ogni costo, posizioni che vengono riviste criticamente oggi in tutto il mondo liberale e capitalistico.

La grave crisi economica, finanziaria ed industriale a livello globale pone giustamente il tema centrale dello sviluppo e del lavoro. Nella nostra provincia da oltre un ventennio è venuto colpevolmente a mancare un ruolo di governance forte e soprattutto condivisa dalle comunità e dai cittadini.
I megaprogetti in campo appaiono slegati da un’idea portante di identità sociale, economica e produttiva, spinti solo da evidenti interessi di parte.

Appaiono a molti, moltissimi cittadini, operazioni di forte impatto sulla qualità della vita delle nostre comunità, che provocano e provocheranno danni alla salute, in cambio di posti di lavoro, nemmeno tanti e a lungo termine, incerti e di non altissima qualità.


Spostare containers su tir, trasportati da navi enormi che solcheranno il mare davanti a coste a vocazione turistica, tir che invaderanno le strade già pesantemente saturate, ci pare in contrasto con l’economia di un territorio dove contestualmente si andranno ad investire risorse ingenti per un turismo che dovrebbe essere di qualità, come ad esempio il porto della Margonara.

Il turismo, nella nostra provincia, rimane una risorsa fondamentale sulla quale sarebbe necessario investire risorse umane, progettualità, infrastrutture, risorse economiche.
Il turismo offre migliaia di posti di lavoro nelle nostre comunità.

Ci si è mai chiesto, aldilà delle valutazioni d’impatto ambientale, quali ripercussioni avranno progetti come il potenziamento a carbone della centrale Tirreno Power e l’enorme piattaforma Maersk? Per quei posti di lavoro che verranno creati tra 5-10 anni, quanti se ne perderanno da subito ed in futuro?

Il turismo moderno è complesso, basato sull’immaginario collettivo, sulla qualità del territorio, sulle bellezze naturali ed architettoniche, sulla qualità dei servizi, sulla salubrità e sobrietà del territorio e dell’ambiente.Si può ragionevolmente escludere che le grandi ed impattanti operazioni su Vado Ligure non abbiano ripercussioni su un territorio vasto che parte da Varazze e arriva almeno a Finale Ligure?

A questo punto vorrei sciogliere subito una possibile fonte di equivoco. Sono convintamente dalla parte del lavoro e dei i lavoratori, ma di tutti i lavoratori… e magari per un lavoro di qualità che non contrasti con le altre vocazioni produttive, come quelle turistiche, di un territorio complesso, fragile, fortemente antropizzato e sfruttato.

In altre realtà simili alla nostra, come la Costa Azzurra e Nizza non si è rinunciato alla vocazione produttiva-giustamente non si può vivere di solo turismo-ma si è tuttavia operato in un'altra direzione.
In quei territori si è puntato sulle produzioni ad alto valore aggiunto, sulla ricerca, sull’innovazione. Mettendo a disposizione infrastrutture software prima che hardware.

Per economia produttiva, normalmente, si dovrebbe intendere quando si lavora per creare alimenti, prodotti elettronici od elettrici, artigianato, prodotti per la moda, automobili, mezzi collettivi come treni e bus, quando si stampano libri o pubblicazioni, quando hanno spazio nuove aziende impegnate nelle
nanotecnologie, nelle biotecnologie, nel sapere, nella cultura, nell’innovazione scientifica.

Noi invece rischiamo di scegliere di far spostare centinaia di migliaia di cassoni di ferro pieni, semivuoti e naturalmente anche vuoti, ogni anno, che andranno altrove, ingolfando le già deboli vie di comunicazione verso l’interno e che attraverseranno la Valbormida senza lasciar nulla, e scegliamo, inoltre, di bruciare carbon fossile per i prossimi 50 anni per produrre energia, in ragione di una grande sovraproduzione rispetto al nostro fabbisogno locale. (Vorrei anche far notare che solo in Cina, nel 2006, sono stati dichiarati ufficialmente 4.749 minatori uccisi da incidenti nelle miniere estraenti carbone, saranno lavoratori anche questi o no?)

Ebbene, non vi sembra dunque una scelta davvero arretrata?

Con le scelte che il Partito Democratico savonese si appresterebbe ad avvallare si comprometterebbe ulteriormente e questa volta definitivamente una zona di oltre 130.000 abitanti, con un evidente peggioramento della qualità della vita di tutti i cittadini, e probabilmente affossando definitivamente quella vocazione turistica già in difficoltà dell’intero comprensorio, in primis quella della città di Savona, che infatti si è giustamente schierata come precedentemente il PD stesso contro l’ipotesi di potenziamento e produzione a carbone della centrale di Vado.

Penso che un altro sviluppo sia possibile, e se un partito nuovo come il PD, che a livello nazionale mi pare, fortunatamente, su altre posizioni, rinuncia ad una visione moderna dello sviluppo, appunto basato sulla qualità della produzione, sul governo della complessità, sulla qualità della vita e del lavoro, allora temo che i cittadini non crederanno più in questo progetto politico.

Non sfuggirà il fatto che in Provincia di Savona, nelle ultime elezioni, 4 cittadini su 10 non abbiano votato.
E non sfuggirà nemmeno che anche per questo motivo abbiamo perso la Provincia, comuni tradizionalmente di sinistra come Vado Ligure, Carcare, Albisola Superiore, e che la Regione Liguria è stata mantenuta dal Centrosinistra grazie a Genova e alla provincia della Spezia, mentre noi abbiamo perso piuttosto nettamente.

Non credo che improvvisamente gli elettori di sinistra abbiano votato a destra, semplicemente non credono nelle proposte che il PD promuove e non votano, infatti continua l’emoraggia elettorale, che sta prosciugando il partito e l’intero centro sinistra.

Le proposte appaiono infatti contraddittorie, soprattutto sul tema della centrale Tirreno Power.
Per comodità allego a questa lettera-documento solo alcuni dei volantini e documenti prodotti dal PD fino a poco tempo fa.
Il contenuto è chiaro, il PD ha raccolto migliaia di firme contro l’ipotesi di ampliamento a carbone, non solo, il PD savonese, fino a pochi mesi fa, era per l’adozione di politiche energetiche che privilegiassero l’uso delle rinnovabili, e comunque per una ulteriore metanizzazione della centrale, questo anche sulla base storica di accordi tra Enel ed enti locali del territorio assunti 20 anni fa e disattesi dalle aziende che si sono succedute ad Enel.

Dunque il documento, criticato in direzione, chissà perché-come se non ci fossero opposizioni ben più radicali e di massa-dal segretario provinciale del PD, promosso da ACLI e ARCI provinciali, sarebbe a rafforzamento delle posizioni originarie del PD savonese, che, grottescamente, non sarebbe più in linea con se stesso medesimo.

Questo cambio repentino di posizione mi sembra ingiusto ed incomprensibile nei confronti dei cittadini che hanno creduto in quelle proposte del partito, ingiusto nei confronti dei tanti consigli comunali della nostra provincia che si sono espressi, spesso all’unanimità, contro la produzione energetica con il carbone.

E veniamo al tema della democrazia e della rappresentanza.
Appunto molte amministrazioni comunali elette democraticamente si sono schierate contro il potenziamento a carbone e alcune anche contro la realizzazione degli oltre 2,5 km quadrati di piattaforma sul mare a Vado.

Al nostro partito questo non interessa? Sbagliano i cittadini che non capiscono?
Sono i cittadini ad essere egoisti perché pensano che la salute sia un bene primario? Sono conservatori perché temono che il valore della loro, magari, unica casa (acquistata dopo decenni di lavoro e sacrifici), venga svalutato da operazioni che evidentemente depauperano il territorio?

Il tema del valore della qualità della democrazia non può riguardare solo quello che fa Berlusconi, dobbiamo essere i primi a dare l’esempio, a rispettare il voto democratico.

A Vado i cittadini si sono espressi chiaramente con un referendum contro la piattaforma, convalidato dall’esito delle successive elezioni amministrative.

Le amministrazioni comunali costiere e dell’entroterra si sono espresse chiaramente contro l’ampliamento a carbone della centrale. In primis la Città di Savona.

Purtroppo temo che le sconfitte elettorali non si siano ancora esaurite.

Abbiamo da recuperare decine di migliaia di voti al centrosinistra che mancano da tempo nella nostra Provincia, e con queste posizioni da PCI anni sessanta (ma erano ovviamente altri tempi e dunque lo scrivo con il massimo rispetto..) ci attendono, a mio modesto parere, tempi di sconfitte elettorali pesanti, come quelle subite in questi ultimi anni.
Sono consapevole che le idee che vi propongo saranno probabilmente minoritarie nel PD, e forse persino derise. Ma penso, tuttavia, che siano maggioritarie tra i cittadini, e per questo, se si andrà avanti su questa idea di sviluppo, ci sarà un prezzo molto alto da pagare, sia per la speranza di futuro delle prossime generazioni, sia sul piano elettorale per il PD e il centro sinistra.


Possiamo ancora fermarci, possiamo ancora progettare un futuro migliore, questo sarebbe il ruolo di un partito nuovo, democratico, innovatore.


Un fraterno saluto


Giovanni Durante

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Mario Molinari