Savona - 11 dicembre 2010, 17:32

"Carbone ritorno al passato" c'è anche la Liguria nel dossier di Legambiente presentato in Calabria

In Liguria continua l’opposizione di Legambiente al combustibile killer del clima, ai progetti di riconversione e nuovi gruppi a carbone

dIn Liguria continua l’opposizione di Legambiente al combustibile killer del clima, ai progetti di riconversione e nuovi gruppi a carbone. C’è anche la Liguria con le sue tre centrali nel dossier “Carbone ritorno al passato” presentato oggi in una conferenza stampa a Reggio Calabria.

I siti di produzione energetica di Vado Ligure, esercito da Tirreno Power, Genova e La Spezia, eserciti da Enel, contribuiscono in maniera determinante alle emissioni complessive di CO2, e se venisse autorizzato il nuovo gruppo a carbone della centrale termoelettrica di Vado Ligure, la Liguria contribuirebbe con un aumento di 2,4 Milioni di tonnellate di questo gas rispetto alla già drammatica situazione esistente.

Legambiente Liguria da sempre chiede il superamento della dipendenza dal carbone nella produzione elettrica ligure, ed un passo deciso verso le energie rinnovabili e l’efficienza energetica (per questo chiediamo alla Regione Liguria di aggiornare il vetusto Piano Energetico Ambientale Regionale).
Bisogna chiudere la centrale Enel di Genova ed andare al superamento del carbone a Vado Ligure, dove è di gran lunga preferibile – anche per ragioni sanitarie -  la completa metanizzazione dell’impianto associato ad un depotenziamento dello stesso.
Alla Spezia, infine, il referendum popolare tenutosi nel 1990 e gli stessi impegni programmatici delle amministrazioni locali sono disattese da una centrale che continua a funzionare per metà a carbone – dichiara Stefano Sarti, presidente regionale di Legambiente.

“Le aziende energetiche – spiega il responsabile scientifico di Legambiente, Stefano Ciafani - continuano a puntare sul carbone come fonte per la produzione elettrica, grazie alla politica di sostegno da parte del Governo, incurante dei problemi legati all’uso di questo combustibile, a partire dalle rilevantissime emissioni di gas serra, tangibili negli impianti che già oggi lo usano sul territorio italiano. L’utilità del carbone – ha aggiunto Ciafani - è una pura propaganda da ‘Paese delle meraviglie’ che nulla a che fare con la realtà e con l’Italia, alle prese con i suoi problemi energetici e con i ritardi rispetto agli obblighi internazionali per combattere l’aumento dell’effetto serra”.

  “Sul carbone in Italia – ha concluso Ciafani - si continua a millantare e a omettere tutti i problemi connessi al suo uso. Il Governo dica chiaramente se vuole condannare gli italiani al pagamento di pesanti sanzioni che nessuno ci condonerà. Altrimenti, replichi il modello britannico vincolando da subito l’autorizzazione di nuovi progetti a carbone all’effettiva operatività della cattura e del confinamento geologico dell’anidride carbonica”.
Per modernizzare realmente il sistema energetico del Paese, secondo Legambiente è necessario coinvolgere il settore industriale, dei trasporti e dell’edilizia, riducendo i consumi e praticando la via più sostenibile per produrre l’energia elettrica e termica: le fonti rinnovabili. La fonte fossile di transizione verso le sole rinnovabili resta il gas naturale, anche alla luce dei costi più contenuti di oggi, inaspettati fino a qualche anno fa.