Attualità - 03 dicembre 2010, 15:09

Savona: Vaccarezza "Pd e firme false, a loro fu contestato solo reato per violazione della privacy"

"Quello che è avvenuto lo stabiliremo in tribunale e in tutti i gradi di dibattimento, non mi arrendo" dice Vaccarezza

"La notizia relativa alla richiesta di rinvio a giudizio del presidente della Provincia Angelo Vaccarezza e di altri 10 alti esponenti del Pdl è un fatto gravissimo. E’ emerso che i principali dirigenti della Pdl, in accordo tra loro, per presentare la lista alle passate elezioni provinciali hanno deliberatamente falsificato atti e firme” questo è uno dei commenti fatti Partito Democratico relativi alla questione  del rinvio a giudizio del presidente della Provincia e di altri 10 esponenti del Pdl per il caso delle firme false raccolte durante le scorse elezioni elettorali.

 Angelo Vaccarezza (nella foto) a noi di Savona News ha rilasciato un commento a caldo sulla vicenda che lo vede coinvolto in prima persona e vuole replicare anche alle dure parole del Pd riguardo alle firme.

“È una richiesta di rinvio a giudizio quella che il procuratore ha fatto e posso dire che la cosa non mi ha stupito, me l’aspettavo infatti tutto faceva presupporre che le undici persone che la procura aveva ritenuto di tenere sulla “graticola” fino ad ora sarebbero state indagate. – replica Vaccarezza - Quello che è avvenuto lo stabiliremo in tribunale e in tutti i gradi di dibattimento perchè intendo “godermela” fino in fondo questa vicenda e voglio che tutti i savonesi sappiano cosa è successo. La ricusazione di questa lista merita di essere analizzata passo passo. Sarà un argomento che tratteremo al dibattimento, sempre se ci sarà, perchè il rinvio a giudizio il giudice terzo non lo ha ancora firmato”. 

“Un commento però voglio farlo all’opposizione dicendo che il reato che ci viene contestato, anche se non commesso, è un reato pesante che rientra nella turbativa elettorale e nel falso, reati importanti del codice penale. A me pare e non vorrei sbagliarmi nel dire che nel 2002 un gruppo nutriti di amministratori del Partito Democratico, tra i quali rientravano assessori e segretari provinciali, erano stati presi con le firme false in mano ed avevano autenticato liste con persone che non erano mai ventute a firmare. Tutto questo venne provato, ma il reato a loro contestato fu solamente violazione della privacy e non il reato realmente commesso. Le cose sono due o il codice penale dal 2002 ad oggi è cambiato oppure ho sbagliato partito, nel senso che ho scelto la dignita non la tranquillità e la mia scelta l’ho fatta tanti anni fa. Se avessi scelto la tranquillità oggi sarei indagato per violazione della privacy e iscritto al Partito Democratico” conclude Vaccarezza.

 

 

 

gemma siri