Loanese - 26 novembre 2010, 07:01

Loano: Fondiaria Sai, fermo il piano di dismissione del porto

Secondo quanto si vocifera nella City milanese, i contratti non si sarebbero perfezionati sia per le divergenze sul prezzo sia per la mancanza di liquidità da parte dei potenziali acquirenti

Torre Velasca e il palazzo di piazza Cordusio a Milano. Ma anche il porto di Loano o la tenuta cascina Veneria. Incagliato il piano di dismissione di alcuni immobili di pregio di Fondiaria Sai, la compagnia assicurativa della famiglia Ligresti. Secondo quanto si vocifera nella City milanese, i contratti non si sarebbero perfezionati sia per le divergenze sul prezzo sia per la mancanza di liquidità da parte dei potenziali acquirenti. In sostanza i soggetti interessati si sarebbero trovati in difficoltà con le banche al momento di trovare i finanziamenti necessari. Da qui la pausa nelle dismissioni degli immobili, dai quali la compagnia conta di recuperare circa 400 mln. Ecco le ragioni dell'aumento di capitale: il gruppo, anche per ovviare alle lungaggini delle cessioni di immobili, oltre che per evitare ulteriori svalutazioni delle partecipazioni di borsa, ha deciso di raccogliere risorse fresche con la ricapitalizzazione di 460 mln per Fonsai in tandem con la controllante Premafin, da massimi 250 mln.

In Veneto ci si dà alle scommesse. La coppia Investindustrial-Palladio Finanziaria tratta in esclusiva l'ingresso nell'azionariato di Sani, gruppo toscano di giochi e scommesse. La svolta segue la presentazione da parte della cordata di private equity di un'offerta vincolante avvenuta la settimana scorsa.

Potrebbe essere la volta buona. Il Banco Popolare sembra davvero poter uscire dall'investimento nella Rocco Bormioli, storica azienda vetraria di Fidenza controllata all'81% dall'istituto di  credito guidato da Francesco Saviotti e partecipata al 14,3% da Efibanca e al 4,6% da Cerve, azienda specializzata in decorazioni sul vetro. Il motivo? Bormioli ha iniziato nuovamente a guadagnare: il recupero di redditività del 2010 del gruppo emiliano potrebbe permettere al Banco di uscire dal capitale realizzando un buon guadagno.

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