Attualità - 23 novembre 2010, 12:17

Cairo: Casv "sulla cokeria l'attenzione deve essere massima"

Il convegno ha affrontato il tema dei rischi per la salute dei lavoratori delle Cokerie, in relazione soprattutto alla presenza di sostanze cancerogene come il benzene e gli idrocarburi policiclici aromatici

Presso la Sala Convegni della SOMS di Cairo Montenotte, si è tenuto un nuovo incontro pubblico organizzato dal Comitato Ambiente Salute Valbormida (CASV), sempre all’insegna dell’informazione e della sensibilizzazione  nel campo della tutela ambientale e della salute dei cittadini, temi che da ormai due anni contraddistinguono l’operato di questo gruppo di cittadini Valbormidesi. Il convegno è iniziato con una breve introduzione del portavoce del comitato, l' avv. Maria Sofia Sterzi, che si è soffermata, tra l'altro, sulla questione Ferrania, sottolineando come il ritiro della procedura di mobilità dei lavoratori sia un sospiro di sollievo per i lavoratori e le loro famiglie, ma non rappresenti certamente una soluzione al problema del sito industriale per cui si rende necessario un serio e concreto progetto di sviluppo, compatibile con l'ambiente.

Il convegno ha affrontato il tema dei rischi  per la salute dei lavoratori delle  Cokerie, in relazione soprattutto alla presenza di sostanze cancerogene come il benzene e gli idrocarburi policiclici aromatici, ponendo particolare attenzione alle procedure di valutazione dei rischi e alle  tutele che si devono adottare per salvaguardare i lavoratori. Il dottor Luca Bazzani, consulente per la sicurezza sul lavoro, dopo una breve carrellata sulla normativa nazionale ed internazionale di riferimento, ha illustrato nel dettaglio  i limiti di massima esposizione al Benzene ai quali possono essere sottoposti i lavoratori, indicando quali sono   i soggetti che all’interno di una fabbrica devono occuparsi della valutazione del rischio cancerogeno e quali sono le iniziative e gli strumenti che  il datore di lavoro deve mettere in campo per ridurre al minimo i rischi per la salute quando, come nel caso dell’Italiana COKE, si è in presenza di sostanze altamente dannose per la salute. Il dottor Bazzani ha evidenziato, inoltre, che l'esposizione a sostanze come il Benzene e gli idrocarburi Policiclici Aromatici può produrre effetti negativi sulla salute anche a distanza di 20 - 25 anni dall'esposizione, per questo motivo in molti casi c’è poca attenzione e consapevolezza da parte dei lavoratori dei rischi che si corrono, in quanto il danno non è immediatamente visibile.

Il secondo intervento è stato curato da Maurizio Loschi, lavoratore,  rappresentante del sindacato  CUB di Savona ed aderente all’organizzazione di Medicina Democratica; egli ha ripercorso l’esperienza di un gruppo di lavoratori, assistiti da Medicina Democratica, che nello stabilimento chimico della Montedison di Portomarghera (Venezia) hanno portato avanti una lotta durata anni per ottenere  il riconoscimento del rischio cancerogeno,   il risarcimento dei danni alle famiglie dei lavoratori deceduti o ammalatisi a causa dell’assunzione di sostanze presenti nel ciclo produttivo, la condanna dei dirigenti che poco avevano fatto per tutelare la salute dei dipendenti. Sulla base di tale esperienza Maurizio Loschi ha concluso che la tutela della salute sul luogo di lavoro richiede principalmente  l’impegno attivo e la partecipazione dei lavoratori che devono pretendere ed adoperarsi affinché il datore di lavoro applichi le  disposizioni previste dalle normative vigenti, siano eseguiti in modo corretto i controlli sulla qualità ambientale e vengano adottati tutti gli interventi possibili  volti a ridurre i rischi per la salute.

Il convegno si è concluso con un interessante dibattito al quale sono intervenuti il Consigliere IDV della Regione Liguria Stefano Quaini, l’Assessore ai Servizi Sociali del Comune di Cairo Montenotte Giovanni Ligorio, la rappresentante dei Verdi della Provincia di Savona Simona Simonetti, Maria Sofia Sterzi Portavoce del CASV  ed alcuni  lavoratori della Cokeria di Cairo Montenotte. Gli interventi hanno evidenziato come  le attività produttive dell’Italiana Coke rappresentino una problematica ambientale e sanitaria per l’intera Valle Bormida e coinvolgano sia i cittadini residenti che i lavoratori; si è convenuto sulla necessità di aprire un tavolo di confronto e di lavoro che comprenda Cittadini, Comitati per la difesa della salute e dell’ambiente, Istituzioni, Lavoratori e Proprietà Italiana Coke,  al fine di trovare al più presto  soluzioni ad un problema che  non possono  più essere rinviate.