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In Breve

IL PUNTO DI MARIO MOLINARI | 19 ottobre 2010, 13:02

Ciao Maersk, senza rimpianti

A Vado niente arrosto ma il solito fumo. A Trieste il progetto della "colata multipurpose"

Ciao Maersk, senza rimpianti

Metti una colazione di lavoro. Un tavolo quadrato. Seduti uno di fronte all'altro Fabrizio Palenzona, capo di Unicredit, e il Ministro degli Esteri Franco Frattini. Tra loro, ai lati, i rappresentanti della Regione e nientemeno che Mr. Eivind Kolding l'Amministratore Delegato di A.P. Moeller MAERSK.

 

"L'aria l'è fresca, ottobre si muove" scriveva Davide Longo, autore della commovente Ballata dell'Amore Italiano. Ma l'aria non è quella di Liguria, e i rappresentanti della Regione sono quelli del Friuli Venezia Giulia. Il Luogo, la Farnesina.

A quel tavolo, pochi giorni fa, è ufficiosamente finita la triste e dispendiosa "storia" della piattaforma multipurpose di Vado Ligure, con buona pace della locale autorità portuale.

Le prime avvisaglie, frettolosamente rettificate, si erano avute dieci giorni fa quando il ministro dell' Economia Giulio Tremonti, da buon federalista attento ai conticini locali, aveva stroncato i sogni d'indipendenza dei porti italiani, che già indipendenti lo sono sin troppo, a giudicare da quanto e come spendono.

L'ipotesi "extra gettito IVA" che avrebbe dovuto esser la colonna portante del finanziamento bancario, spasmodicamente cercato bussando ripetutamente ai portoni Montepaschi, Bnl e gli altri soliti, pare sia stata cassata senza troppi complimenti.

Infatti c'è stata una raffica di annunci - articoli in stile "Al via la piattaforma di Vado". Di solito quando si legge "al via" si può tradurre in "e ora che facciamo?", ma questo non diciamolo che qualcuno si offende.

Certo, dopo tante idee bizzarre, conferenze stampa e variegati annunci, ci si aspettava qualcosina di più da un funzionario pubblico pagato oltre mezzo miliardo di lire all'anno con i soldini di noi tutti. O qualcosa di meglio, per meglio dire.

Ma Eivind Kolding (nr. 1 Maersk) conferma al Ministro il pieno interesse al progetto su Trieste - Monfalcone, Regione ed enti locali approvano e Unicredit è pronta con un miliardo di euro sul tavolo. Secco, pulito, preciso.

Mentre qui si chiacchiera sulle rilevazioni "ambientali" effettuate dalla Fondazione CIMA, sovvenzionata ovviamente dall'autorità portuale, e sul fantomatico primo cassone in costruzione a Genova da qualche fiduciario di GLF Fincosit (l'impresa di costruzioni celebre per il Mose di Venezia e per il Porto di Noli mai costruito, e che è pure socia di APM Terminals nella piattaforma che non c'è) a Trieste si lavora.

"Per metà novembre - ha annunciato il ministro Franco Frattini - il progetto così integrato sarà sul tavolo del Consiglio dei Ministri" da dichiarato. Subito dopo: l'intesa Stato - Regione (Friuli Venezia Giulia) e la nomina del commissario delegato al progetto. Che troppe Autorità portuali Frattini non vuole tra i marosi.
Soddisfatti il Presidente della Regione Renzo Tondo e fianco il Sindaco di Trieste Dipiazza.

Non siamo tecnici, ma ci spiegano che quello che manca in Liguria è soprattutto l'appoggio di un vettore ferroviario europeo integrato. Il quasi monopolio qui nel vecchio continente lo detiene la tedesca DB Schenker, talmente interessata ai traffici della nostra regione che avrebbe recentemente chiuso il suo ufficio più vicino, quello di Alessandria.

Qui invece si parla addirittura di "Avvio dei lavori" con un Burlando che, passando la palla con destrezza, dichiara "Se l'Authority (che in inglese fa più credibile, n.d.r.) vuole accelerare vuol dire che ha le carte in regola (…) la nuova infrastruttura portuale resta… UN’OPPORTUNITA' DI CRESCITA E SVILUPPO PER IL TERRITORIO"

Grande! L'ha ridetto! Straordinario Claudio. Manca il "tavolo programmatico di confronto" e il "rilancio del turismo" e c'è tutto. Ma vederla piuttosto come un pericolo scampato ed un viatico per il risanamento (lento, tranquilli) della baia di Vado Ligure, fa proprio orrore?

Bene.

Si parte. Ma si parte "di là", sull'altro mare, dove ci sono gli spazi e i collegamenti, senza bisogno di lambiccarsi in progetti surreali e costosissimi per un terminal che picchia contro una montagna. Certo tutto si può fare, anche i tiranti sulla luna come vorrebbe Fuffas, ma visto che le vacche son magre e i soldi di tutti, idee strampalate e manie di grandezza restano dove sono, almeno ora, per fortuna.

Un'occasione sprecata?
Sì, certo, come no. Però basta, per pietà.

Piuttosto, fa specie vedere un funzionario pubblico scomporsi più del proponente stesso nel promuovere un cementone osteggiato e, in sostanza, inutile (qui).

Perché allora tutto questo dimenarsi…? Lasciamo ai titoli i bla bla bla su opportunità occupazionali e sulla miopia di un'ulteriore devastazione della rada di Vada Sabatia. E ripetiamo la domanda: visti i prevedibili risultati, perché tutto questo insistere?

Buffo che una delle immagini 3D della piattaforma, opportunamente commissionata e immaginiamo pagata dall'ente porto con danaro pubblico, si intitola "Il Futuro"...

A proposito: chi avrà pagato quei rendering?

Nel frattempo, aspettando e sperando nella non-piattaforma, qualcuno si è portato avanti spendendo qualche milione di euro (pubblici) in opere e operette che non sarebbero esattamente indispensabili…

Ma di questo ne parleremo presto.


ilpunto@savonanews.it

Mario Molinari

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