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In Breve

IL PUNTO DI MARIO MOLINARI | 28 settembre 2010, 16:30

Apriti cielo

Le pesanti conclusioni della perizia giurata sull'ampliamento della Centrale di Vado e le proposte di totale metanizzazione presentate da ARCI ed ACLI

Apriti cielo

"Giuro di avere bene e fedelmente operato, al solo fine di far conoscere la verità" Sembrano parole d'altri tempi, ma non lo sono affatto. E' la formula con la quale il Perito presta giuramento in Tribunale sulla veridicità del risultato del proprio lavoro: la valutazione delle emissioni della centrale termoelettrica di Vado Ligure commissionata nella massima riservatezza e a proprie spese dal comitato Uniti per la Salute di Quiliano.

Si, perché nonostante gli immensi apparati pubblici a spese di noi tutti, tocca ad un Comitato di Cittadini autotassarsi per commissionare una perizia giurata "al solo fine di far conoscere la verità" su cosa potrebbe succedere davvero - e aldilà di interessati proclami - qualora la centrale di Vado Ligure venisse ampliata.

> I proponenti dicono che l'inquinamento diminuirebbe.

> I sindacati che il lavoro aumenterebbe.

In entrambi i casi, molte sono le perplessità, che con il passare dei giorni si addensano e appaiono sempre più fondate.

La scorsa settimana abbiamo pubblicato documenti che provano la sottoscrizione di precisi accordi di incentivi all'esodo tra la Triplice e Tirreno Power. Oggi pubblichiamo le conclusioni della perizia giurata commissionata da Uniti per la Salute. 

Pesanti.

In sintesi: il progetto di ampliamento che Tirreno Power ha presentato secondo il perito sarebbe INATTENDIBILE e costruito su dati non omogenei. E non è esattamente un dettaglio, specie quando si dialoga con Enti Eubblici.

Il noto cavallino di battaglia è il solito ormai bolso: aumentiamo la potenza, riduciamo le emissioni.

Strano. ce lo stiamo dicendo da mesi e da mesi stiamo chiedendo come sia possibile il barbatrucco. Ma la fisica non perdona, e infatti qualcosina non torna. Le ore di emissioni misurate nella proposta sarebbero infatti 7083, mentre quelle calcolate nel dopo ampliamento 6800. Ovvio poi che le emissioni previste si abbassino, secondo Tirreno Power

Invece, e guardacaso, nella perizia giurata illustrata stamane dal suo estensore, il Prof. Marco Stevanin, risulta che gli ossidi di azoto (NOx) aumenterebbero del + 10,4%  l'anidride solforosa (SOx) del 8,8% e le polveri del 127%. Non manca una virgola: centoventisette per cento. 

A metterlo nero su bianco l'ing. Marco Stevanin della Terra Srl di San Donà di Piave, società specializzata in consulenze di questo tipo, anche e soprattutto per le Procure della Repubblica. Sedeva anche nella precedente commissione di Valutazione di Impatto Ambientale presso il Ministero dell'Ambiente. Ma quando propose soluzioni vere per la prima emergenza rifiuti a Napoli fu cortesemente defenestrato. I risultati si ri-vedono in questi giorni. Il suo curriculum è infinito e include una cattedra alla Columbia University. Cerchiamo di allegarlo. 

Non era una missione così impossibile dimostrare l'inattendibilità del progetto di ampliamento di Tirreno Power: sono bastati cinque giorni di lavoro di un team di tre ingegneri per capire che ci si trovava di fronte "ad un temino di terza media, nel quale anche i filtri previsti vengono solo elencati, ma non descritti nel loro uso" spiega Stevanin. Un po' come in un catalogo...

Per le polveri sottili? niente da fare: i migliori filtri al mondo ne trattengono non più del 5 - 8%. Il 95% va in atmosfera e si sparge anche oltre i 50 km di raggio normalmente calcolati. Pericolose? Con la letteratura scientifica in merito ci si potrebbe riempire questa sala, è la risposta. E la Sala Rossa del Comune di Savona non è piccola. Oggi è anche piena di gente, accorsa ad ascoltare per capire. Ci sono anche i Sindaci di Vado e Quiliano. Quello di Savona, invece no. Sarà mica in ferie anche stavolta?

Poi prosegue: vengono misurati tre inquinanti, ma quelli emessi sono molti di più, inclusi metalli pesanti e benzo a-pirene. La Regione Veneto li pubblica dal 2007 ma li misura dal 2005. E qui? Beh, qui stanno predisponendo la zonizzazione, che maniere...

I dati presentati da Tirreno Power vengono definiti disomogenei ed inattendibili, ma non solo.

Il perito prima di stendere la sua relazione ha cercato "una valutazione della qualità dell'aria fatta come va fatta" per la nostra provincia. Senza successo. Non perchè non l'abbia trovata: perchè non c'è. Quel che c'è, invece, è il rischio che il cdr finisca bruciato nelle caldaie a carbone, le uniche adatte. E vuoi vedere che? Gli inceneritori negli Stati Uniti, ed in particolare a San Francisco, zona che il prof Stevanin conosce bene, li stanno smantellando. Quante cose non sappiamo. Qui invece li incentivano con danaro pubblico, e lo dice senza peli sulla lingua: "l'inceneritore di Acerra? non ci fossero stati gli incentivi pubblici le aste sarebbero andate deserte"

Fantastico.

E giù un altra: Avete presente la centrale di Torrevaldaliga, in Lazio? Bene, l'Enel avrebbe chiesto il "NO FOOD" (niente coltivazioni ad uso umano) in un raggio di 80 km dall'impianto. Che siano anche loro dei fissati?

Le certificazioni ISO - UNI - EN 9001 etc etc? Le abbiamo anche noi - continua - le conosciamo bene: sono "COSMESI". Non contano le procedure, contano i dati reali. Anche su questo qualche cosa Savonanews.it aveva accennato a suo tempo...

"Sotto il profilo delle autorizzazioni questa situazione è illegale" dichiara. E l'autorizzazione, qualora vi fosse, decadrebbe in mancanza del rispetto delle prescrizioni imposte.

Interviene l'ex assessore all'Ambiente della Regione Liguria Franco Zunino che racconta come anche l'ufficio valutazione impatto ambientale della Regione espresse parere negativo sull'ampliamento per l'impossibilità di stabilire l'opzione zero per la mancanza di dati reali. 

Conferma anche la radioattività di fondo del carbone, come che Sorgenia vi sta rinunciando progettando e costruendo centrali esclusivamente a metano e di taglia media (700 / 800 MW) più silenziose e molto meno inquinanti.

http://impianti.sorgenia.it/ciclo_combinato/Pagine/ciclo_combinato.aspx

E proprio su questo si articola la proposta di ARCI ed ACLI, illustrata in un'altra conferenza stampa quasi contemporanea, al Nuovofilomstudio di Savona: SI all'ampliamento, ma SOLO con la COMPLETA metanizzazione della centrale. Forse non la migliore delle soluzioni ma certo una svolta epocale da queste parti. E anche questa farà molto rumore e avremo tempo e modo di trattarla.

Torniamo in Sala Rossa. 

 

Il Prof. Stevanin sta terminando. Deve tornare a Venezia. Dei tanti particolari omessi per brevità ce n'è uno fondamentale: la perizia è GIURATA: Quando un perito GIURA un un tribunale su una relazione, come in questo caso, si gioca la fedina penale, la propria credibilità, il proprio lavoro. E nelle mani del Cancelliere Gabriella Pinel del tribunale di Venezia il Prof. Marco Stevanin ha giurato anche su queste

 

"OSSERVAZIONI CONCLUSIVE (leggete bene, n.d.r.)

la presente analisi ha preso in considerazione quasi esclusivamente le considerazioni effettuate su progetto preliminare e studio di Impatto Ambientale in merito agli scenari emissivi ante e post operam. Il confronto tra i due scenari risulta indispensabile per valutare la concretezza del "generalizzato miglioramento ambientale" inserito tra gli obiettivi strategici del progetto in questione.

Da quanto è emerso nell'analisi degli scenari proposti si conclude che:

La tematica è stata affrontata in modo poco trasparente.

Le carenze principali nel confronto tra le prestazioni attuali e future della centrale stanno nel fatto che non è stata utilizzata la situazione più metodologicamente corretta per lo scenario emissivo post - operam e che sono stati utilizzati dati non omogenei (essendo i due scenari riferiti a differenti ore di funzionamento) senza adeguate motivazioni.

Inoltre nella valutazione dei carichi inquinanti a seguito dell'ampliamento e della modifica dell'impianto non sono stati presi in considerazione tutti gli inquinanti che possono creare problematiche sanitarie sull'area circostante come, una su tutte, la problematica sanitaria delle polveri fini e ultrafini (pm 2,5 pm 1 e pm 0,1)

Si ritiene quindi che da quanto sia riportato nello studio di impatto ambientale NON sia attendibile il miglioramento ambientale generalizzato connesso all'ampliamento e alla modifica della centrale, anzi appare agli scriventi, per le motivazioni sopra esposte, che lo scenario post operam sia peggiorativo delle condizioni ambientale sanitarie, fatto che mette in discussione il raggiungimento di una delle finalità strategiche del progetto e allo stesso tempo la sua sostenibilità ambientale.

Si ritiene assolutamente necessaria per migliorare la conoscenza dello stato attuale e verificare gli impatti già presenti sulla matrice atmosfera una completa e ragionata (con individuazione di adeguati marker) campagna di monitoraggio della qualità dell'aria si area vasta, ai sensi del D.M. Nr. 60 del 02/04/2002

Per quanto riguarda gli impatti sanitari è raccomandabile una procedura di V.I.S. (Valutazione di incidenza sanitaria) come suggerito dalla carta di consenso di Goteborg (W.H.O.. 1999, Mindell 2003, Cori 2006, Bianchi 2008), tale procedura, seppure non resa obbligatoria dalla normativa italiana, bene si presta a valutazione preventiva di impatti sulla salute per impianti di questo tipo."

 

Di getto: in questi anni dov'erano ASL e ARPAL? E che cosa racconterà Tirreno Power alla Regione Liguria ora? 

Attendiamo risposte circostanziate, proposte decenti, trasparenza.

Se possibile.

Grazie.

Almeno potremo valutare se le lobby del carbone sono più forti del mero buon senso e di qualche decina / centinaio di migliaia di savonesi pensanti.

Nel frattempo Uniti per la Salute sta valutando il deposito della Perizia con valore di esposto presso la Procura della Repubblica di Savona.

ilpunto@savonanews.it

 

 

 

 

 

Mario Molinari

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