“Siamo stati spettatori fino a questa mattina, fin quando abbiamo appreso la notizia che è stata scelta la nostra offerta per l’assegnazione dei Cantieri navali Baglietto”. Così Giuseppe Balducci, titolare con la figlia Katia del Gruppo Effebi Group-Overmarine, commenta a caldo a “Savonanews” la fine della lunga avventura dello storico marchio del Gabbiano, nato a metà dell’Ottocento a Varazze, “demolito” negli ultimi due anni dalla crisi mondiale, poi finito in liquidazione, con i 35 operai specializzati in casa integrazione straordinaria, quindi sbriciolato con la sua storia a causa delle mille voci che consegnavano tutta l’azienda dall’uscente proprietà Camuzzi alle più svariate figure del mondo della nautica e non.
“Al momento della selezione iniziale, con i nostri commercialisti e tecnici, non abbiamo cambiato di una virgola la nostra offerta sotto ogni profilo. Abbiamo presentato la nostra istanza e, come detto, siamo rimasti alla finestra fino a questa mattina. Con un concordato aperto e rischi connessi, non si poteva fare altro. Ci siamo interessati dei Baglietto, poiché la loro produzione nei rispettivi cantieri non si è concorrenziale alla nostra, in altre parole non si sovrappongono. Noi siamo leader di motor yacht da 24 a 50 metri, nei tre siti si producono yacht in alluminio-acciaio fino a 45 metri. Insomma, un altro segmento. Costruiamo imbarcazioni differenti”, spiega Balducci.
“Inizieremo a lavorare su Varazze, poiché è il sito più disastrato. Gli edifici sono obsoleti e in stato di apparente semi abbandono. Non si può lavorare in quelle condizioni. Non basterà certamente un’imbiancata. Lì sarà dedicato sui tre capannoni, fin da subito, il primo investimento. Ora dobbiamo attendere l’assemblea dei chirografari (creditori, ndr.) che è slittata per termini legali al 10 novembre (era fissata il 26 ottobre, ndr.). Oggi non abbiamo stappato bottiglie di champagne, ma abbiamo iniziato a rimboccarci le maniche”, ha concluso il titolare dell’Effebi Greoup-Overmarine.
L’ultima parola di assenso, infatti, starà proprio alle banche creditrici ed a tutti i creditori generici che hanno operato in questi anni nell’indotto. Poi, presumibilmente, ci riaccenderanno le saldatrici e le lastre di alluminio riprenderanno ad essere lavorate per ricominciare a costruire yacht nei tre cantieri. Ed il Gabbiano potrà riprendere a volare.