"Per ora il prezzo del pane resta invariato, ma se ci saranno nuovi forti rincari della farina vedremo”. La posizione dei panificatori savonesi è attendista. Il prezzo del grano è salito in questi ultimi mesi e si temono ulteriori ritocchi al rialzo anche a causa delle vicende connesse alla siccità, al caldo e agli incendi che hanno duramente colpito l’Europa orientale, in particolare la Russia. E proprio il blocco delle esportazioni annunciato da Mosca sta alimentando nervosismo sui mercati mondiali del frumento con l’industria che paventa nuovi prezzi alle stelle.
Secondo la Confederazione italiana agricoltori in Italia ci sarebbero ancora scorte del 2009 con importazioni di prodotto che avvengono principalmente da Messico e Turchia. Ma nonostante le rassicurazioni della Cia, che ricorda anche come i produttori di grano italiani vendano, a oggi, frumento di buona qualità 10 euro sotto il costo di produzione, la situazione potrebbe risultare più complicata tornando appunto alle inevitabili ripercussioni sull’utente finale, ossia chi consuma quotidianamente il pane.
“Noi, anche come Federpanificatori a livello nazionale, su questa questione ci siamo mossi per tempo – afferma Luigina Barabino dell’associazione panificatori di Savona - le avvisaglie le avevamo avute già a giugno, così avevamo mandato una lettera a Mister prezzi chiedendo un attento controllo su prezzi degli sfarinati” “Poi – prosegue - abbiamo monitorato la cosa un po’ in tutta Italia e abbiamo dovuto constatare aumenti, anche se differenti da zona a zona, da 3 a 12 euro al quintale”. Un ritocco che quindi può diventare sensibile e raggiungere il 20% dato che, come spiegano dall’associazione dei panificatori, la farina costa mediamente sui 50-60 euro al quintale, non considerando ovviamente farine speciali che costano di più. “Abbiamo preso atto che la situazione è questa, ma per ora riusciamo a reggere – commenta la Barabino - il costo della farina infatti incide per il 10-11% sul prezzo del prodotto finale, quindi per ora come categoria ce la facciamo ad assorbire l’aumento, ma non si sa come andrà a finire, potrebbero essere possibili ulteriori aumenti”.
“Per ora non abbiamo fatto rincari – aggiunge - ho sentito i colleghi del savonese e per adesso tutti siamo in grado di assorbire l’aumento senza variazioni al cliente, però ora staremo a vedere”. “Probabilmente – spiega ancora la delegata dei panificatori - la storia della Russia ha inciso, la Russia è produttore importante di grano, poi però su queste situazioni si innestano anche speculazioni: quanto è la percentuale di speculazione e quanto quella di una reale contrazione della produzione non possiamo saperlo, comunque abbiamo chiesto al garante di continuare a monitorare mercato del grano”. “L’importante – conclude la Barabino – è che non vada a finire come in passato con i panificatori che si prendono tutta la colpa e vengono accusati di vendere il pane 10mila volte più caro rispetto al prezzo del grano! Ma questo non ha senso, ci sono altri enormi costi per noi, è come se dicessimo che un’auto deve costare lo stesso prezzo del metallo o della plastica con cui viene prodotta. Noi cerchiamo di non riversare sui consumatori questi rincari, ma restiamo degli imprenditori, seppur “micro”, e quindi non possiamo produrre in perdita”.
In Breve
venerdì 22 novembre
Che tempo fa
Rubriche
Accadeva un anno fa
Politica
Attualità