"Ciò che, per la Prometeo, è un atto intimidatorio, per tanti altri
che conoscono personalmente Don Luciano Massaferro è semplicemente un gesto di solidarietà nei confronti di una persona, il sacerdote di
Alassio, che, da oltre otto mesi in attesa di processo, è rinchiuso in carcere con l'accusa di molestie sessuali nei confronti di una minore. Per altro, è risaputo che il Tribunale di Savona non abbia tenuto conto, nella recente valutazione di tenere in carcere Don Luciano Massaferro, del fatto che la misura obbligatoria della carcerazione preventiva sia stata dichiarata incostituzionale con sentenza della Corte n°265-2010".
Lo dichiara Eraldo Ciangherotti, presidente della Federvita Liguria, commentando la reazione della Prometeo onlus alla notizia della pubblicazione di un libro realizzato dal comitato a sostegno di don Luciano Massaferro, il parroco di Alassio in carcere dal dicembre scorso per molestie su una sua chierichetta.
"Non si vuole con questo – prosegue Ciangherotti – né nascondere nè
minimizzare il fenomeno della pedofilia, che resta tra i reati più
gravi nei confronti dei minori. Forse però bisognerebbe lavorare tutti insieme, per trovare una strada che favorisca la collaborazione per fare emergere il problema della pedofilia, spesso sommerso in ambito famigliare".
E' da rilevare, tuttavia, con orrore – incalza Ciangherotti - che
l'imputato, se per la legge italiana, secondo un basilare fondamento
giuridico, è presunto innocente fino al massimo grado di giudizio, per la Prometeo onlus, invece, diventa un condannato a morte, nonostante sulla vicenda non vi siano prove che confermino la colpevolezza del sacerdote, al di là della testimonianza della minore che, più volte, ha dimostrato di essere difficilmente attendibile e piena di contraddizioni".
"Che l'associazione Prometeo abbia il diritto di dire ad alta voce di
credere a quanto dice la bambina è un diritto che non può prevalere
assolutamente sul diritto di chi invece, amico, famigliare, conoscente o parrocchiano, crede nell'innocenza del sacerdote e con coraggio lo scrive su un libro. Per altro dichiarare, come dice la Prometeo, di stare "incondizionatamente" al fianco della minore e della sua famiglia, senza alcuna riserva, denota la profonda ignoranza di chi, non tenendo conto di altre situazioni che poi si sono rivelate accanimenti su persone innocenti, fa una campagna denigratoria su una persona per tutelare un minore che, forse, è stata lasciato in balia di un mondo poco attento alle sue esigenze. Piuttosto l'Associazione Prometeo onlus si faccia carico dei bisogni della minore e fornisca alla famiglia tutto quanto è necessario al benessere psicofisico della bambina, perché poco è stato fatto per tutelarla da rischi che potrebbero derivare da eventuali altri ambiti di abuso". Conclude Ciangherotti.