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| 12 giugno 2010, 09:24

Albenga: prostituzione, mai girarsi dall'altra parte

Albenga: prostituzione, mai girarsi dall'altra parte

"Non si può fingere che non esista un problema da risolvere, che si chiama prostituzione. La donna sulla strada non ha alcuna tutela della propria salute ed è vittima, spesso ma non sempre, di delinquenza organizzata che si espande fino a diventare sempre più potente ed aggressiva, lucrando ingenti profitti. Il Sindaco Guarnieri ha avuto coraggio. Rosy ha "tirato fuori le palle", durante l'incontro con il Ministro dell'Interno Roberto Maroni, per affrontare una battaglia, questa sì, di civilta' e cultura, su un fronte troppo a lungo trascurato dalle Istituzioni anche locali: la prostituzione, che invade alcune strade della nostra citta'. Per anni, abbiamo assistito agli effetti, pressoché insignificanti, di un'ordinanza di divieto di sosta delle macchine sull'Aurelia, proprio dove esercita il mondo della prostituzione. L'unico risultato certo è stato solo quello di spostare la fase dell'adescamento alle stradine limitrofe alla provinciale".

Lo dice Eraldo Ciangherotti, assessore comunale e presidente di Federvita.

 

"Se la legge Merlin aveva stabilito il divieto di esercitare la prostituzione nel chiuso di un'abitazione, ora, dopo qualche decennio, è venuto forse il momento di rivedere queste prescrizioni. Non può Franco Vazio, oggi, improvvisamente recitare ad Albenga la parte del nuovo supermoralizzatore del PD, fingendo che non ci siano donne intrappolate nella catena di montaggio della prostituzione, alle quali va data una via d'uscita. Non può neppure tralasciare, il rinomato avvocato ingauno, che molte donne decidono di prostituirsi, perché l'attività rende parecchio in denaro. Non può, infine, neppure tirare in ballo, l'ex-vicesindaco, la secolare battaglia di valori combattuta dalle donne, definendo "qualunquismo imbarazzante" l'emergenza sociale di un argomento tanto delicato, come la prostituzione, così legato alla sicurezza della persona umana.

L'anno scorso, durante l'amministrazione Tabbò, una donna rumena, incinta al quinto mese, si prostituiva di sera, sull'Aurelia, non avendo altro di cui campare. Sono giornalista e, proprio in questa veste, una sera, avevo deciso di fare il "putantour", per vedere con i miei occhi da vicino. Per rendermi conto del problema. Per ascoltare la voce di chi batte i marciapiedi della città durante la notte e di chi assiste inerme a questa realtà. Non solo i cittadini albenganesi sono stufi di avere questo spettacolo di mercimonio sulla provinciale Aurelia, sotto le loro case. Ma anche donne, uomini e trans, che di notte affollano le nostre strade, sono stufi di essere schiavi, talvolta minorenni, del nostro tempo.

Allontanati dalle strade e da una condizione subumana della loro esistenza, e sistemati solo lì, in un particolare luogo, coloro che si prostituiscono, certo, avranno la possibilità non solo di regolarizzare questa professione dal punto di vista legale, sociale e sanitario, con un welfare adeguato. Ma potranno anche decidere del proprio destino. Potranno continuare con il loro mestiere, in un particolare luogo, in condizioni di sicurezza sanitaria, se prediligono l'aspetto del facile guadagno. Oppure potranno, una volta per tutte, dire basta alla morsa dei trafficanti e cercare un'opportunità di riscatto. Davanti al problema, non bisogna girarsi dall'altra parte. Acconsentire ai "bordelli a cielo aperto", senza una adeguata regolamentazione, non è segno di civiltà nè di tutela della donna. I ragionamenti fumosi di certa sinistra lasciano il tempo che trovano. Servono invece soluzioni programmatiche ed efficaci, per garantire più controlli ed evitare, prima di tutto, il problema della tratta delle schiave e delle minorenni".

 

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