Il prossimo 9 luglio è in programma la "giornata del silenzio per la stampa italiana con lo sciopero generale contro il ddl intercettazioni", appena approvato dal Senato con voto di fiducia.
Lo ha annunciato oggi il segretario della Federazione nazionale della stampa italiana Franco Siddi. "Dovrà coincidere con la giornata finale di discussione del ddl", ha spiegato Siddi, non escludendo di cambiare data a seconda dell'iter che il disegno di legge seguirà alla Camera, dove approda ora dopo l'ok del Senato.
Intanto per domani si annunciano in edicola giornali listati a lutto e manifestazioni davanti alle sedi istituzionali. "Abbiamo chiesto a editori e direttori di predisporre un impianto comune per la prima pagina in cui si segnali il corpo mortale inferto alla libertà. Se gli editori non ci staranno pubblicheremo noi a pagamento un necrologio perché sia chiaro l'allarme", ha detto Siddi in piazza Navona a Roma, dove durante la votazione al Senato si è tenuto un presidio contro quella che viene definita una "legge-bavaglio".
"Sapevamo che siamo solo all'inizio di una battaglia per la libertà molto dura", ha aggiunto Siddi, sottolineando che "è molto importante la partecipazione del mondo dell'impresa e dell'editoria accanto a giornalisti e cittadini perché questa non è una battaglia tra destra e sinistra ma è una contrapposizione cercata per dividere l'Italia".
Oggi il Senato ha approvato il ddl con un voto di fiducia, che ha ottenuto 164 sì, 25 no e nessuna astensione. Il Pd non ha partecipato alla votazione in polemica con la legge che definisce "liberticida".