Critiche dal Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe, il primo e più rappresentativo dei Baschi Azzurri, al patto per la sicurezza firmato stamane in Prefettura a Savona alla presenza del ministro Roberto Maroni. Spiegano Donato Capece, Segretario Generale, e Roberto Martinelli, suo vice con funzioni di commissario straordinario Sappe per la Liguria: "Il patto è un documento con gravi omissioni e carenze sul sistema penitenziario savonese. Quando si parla di sicurezza non si può non parlare di Polizia Penitenziaria (gravemente sotto organico nell'attuale fatiscente e sovraffollata struttura carceraria di S.Agostino) e di carcere, che spesso è il terminale ultimo della sicurezza stessa. Eppure nel patto per la sicurezza per Savona nulla ci risulta essere previsto per il sistema carcere e soprattutto per chi in esso lavora in prima linea, ovvero le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria. Maggiore sicurezza vuol dire certamente più azione preventiva da parte delle Forze di Polizia ma anche, inevitabilmente, più repressione e quindi più arresti. Ma dove li mettiamo gli arrestati, in un carcere fatiscente come quello di S.Agostino, con celle senza finestre e luce artificiale 24 ore su 24 (a tutto discapito della sicurezza interna), in cui già oggi rispetto ai 36 posti letto regolamentari previsti ci sono costantemente 80/85 detenuti presenti? Con quali agenti controlleremo i nuovi detenuti, visto che a Savona ne mancano già ora ben 14 in organico? Se nel patto per la sicurezza di Savona non si sottolinea con forza l'urgente necessità di costruire un nuovo carcere per la città (che sembrava da tempo cosa fatta, ma che invece si è dimostrato proprio pochi giorni fa essere un miraggio…) e un sostanzioso incremento degli organici della Polizia Penitenziaria che lavorano in carcere in prima linea, si dimostra di non avere una visione completa ed organica della sicurezza. Ciò vuol dire confinare e relegare nella terra sconosciuta del penitenziario tutte le contraddizioni di una classe politica che promette alla gente più sicurezza ma dimentica colpevolmente le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria che lavorano quotidianamente in prima linea nelle carceri italiane ed in quello di Savona in particolare con mille difficoltà e gravemente sotto organico."