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| 07 gennaio 2010, 12:14

Alassio: prete arrestato, don Galliani "giustizia giust

Alassio: prete arrestato, don Galliani "giustizia giust

Dopo la veglia per i Sacerdoti, celebrata lunedì scorso nella Chiesa Sant'Ambrogio, il Vicariato di Alassio compatto in difesa della verità, perché "i preti siano amati e sostenuti nella preghiera". Da una società del sospetto non può venire nulla di positivo, ma solo germi di ostilità, disaffezione, dispersione, solitudine.

 

I recenti fatti di cronaca, che hanno visto il coinvolgimento di un sacerdote diocesano in una dolorosa inchiesta giudiziaria, hanno creato preoccupazione e sconcerto nelle nostre comunità cristiane.

 

Gli ultimi anni sono stati contrassegnati da un grande allarme sulla condotta di ecclesiastici e di quanti sono impegnati nella Chiesa in compiti di educazione dei minori. Alcuni casi di pedofilia, accaduti in vari Paesi del mondo e gestiti malamente da chi aveva la responsabilità di vigilare, hanno determinato - accanto a una migliore consapevolezza di questo tragico problema - un clima di pregiudizio diffuso, abilmente enfatizzato da organi di stampa e ingigantito sino al punto di considerare la Chiesa quasi l'unico luogo in cui simili orrori possano avvenire. Purtroppo non è così, e anzi i numeri sono lì a dimostrare che se l'accusato, davanti all'opinione pubblica, è spesso uno solo, molti e vari sono invece i colpevoli reali.

 

Al di là di tutte le speculazioni, comunque, ai cristiani - e in particolare ai sacerdoti, soprattutto se impegnati nella pastorale diretta - restano ben evidenti alcune priorità.

 

La prima è che <B>le autorità giudiziarie e di polizia facciano le loro indagini e compiano con scrupolo il loro lavoro</B>. La fiducia nella giustizia è un preciso dovere, ed è anche ciò che garantisce tutti - accusatori e accusati - rispetto a un percorso equilibrato, giusto, capace di fare chiarezza. Anche nel caso di questo nostro confratello recentemente coinvolto e tratto agli arresti, la nostra speranza è che la sua totale estraneità ai fatti possa essere dimostrata e acquisita già in questa fase, senza attendere oltre.

 

La seconda è che <B>le vittime, comunque, trovino ogni giustizia, e possano almeno così ricevere consolazione per aver subito torti e violenze tanto gravi.</B> La Chiesa riserva loro una premura e una sollecitudine tutte speciali, e vuol essere davvero - concretamente, visibilmente, effettivamente - un segno dell'amore di Dio, della pace che si ritrova, della vita che riprende nonostante le ferite e le loro profondissime cicatrici.

 

La terza è che <B>i nostri luoghi ecclesiali siano abitati e vissuti da persone mature da un punto di vista psichico e affettivo, capaci di assicurare ai fratelli un servizio valido, gioioso, sicuro, responsabile.</B> Questo è, naturalmente, tanto più necessario quando si tratta di sacerdoti: ad essi, infatti, è demandato il compito educativo principale, non solo nella specificità eucaristica del loro ministero, ma anche nella direzione spirituale, nella cura della formazione, nel discernimento, nella sollecitazione alla preghiera. Occorre quindi fare in modo che le nostre parrocchie, le nostre chiese, i nostri oratori, le nostre opere, siano caratterizzate da un clima appropriato, da una prossimità equilibrata, da una direzione saggia, da una trasparenza rispettosa e non equivoca.

 

La quarta è che <B>le nostre comunità, ecclesiali ma vorremmo dire anche sociali e civili, imparino a riconoscersi e autocomprendersi come luoghi di fiducia adulta</B>, in cui i doveri di vigilanza e accortezza non soppiantino i sentimenti di condivisione, di reciproco aiuto e affidamento, di disponibilità a camminare e segnare insieme tappe importanti di vita e di crescita.

 

A ben guardare, solo un contesto simile offre la possibilità di educare, di ritrovarsi, di coltivare valori radicati, di trasmettere alle nuove generazioni insegnamenti buoni e non improvvisati. Da una società del sospetto non può venire nulla di positivo, ma solo germi di ostilità, disaffezione, dispersione, solitudine.

 

La ragionevolezza, quindi, porta ad auspicare che queste giornate difficili per la nostra Chiesa locale trovino presto un loro esito in verità comprovate, e che le sofferenze patite rendano tutti più capaci di vedere, più pronti nell'indovinare, più tempestivi nell'accogliere, ma sempre infinitamente prudenti nel giudicare e pazienti nella fatica di capire davvero.

 

 

 

<B>don Danilo Galliani

(Arciprete di Laigueglia e docente di Diritto Canonico)</B>

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