Cairo: domani l'incontro a Roma per il futuro della Fer

Si stringono i tempi sulla verifica tecnica e politica del piano Messina. Domani, a Roma, si riunisce la segretaria tecnica dell'Accordo di programma su Ferrania per dare una valutazione sui contenuti del programma di investimenti presentato a metà novembre dal gruppo Messina e che prevede, nell'arco di 3-4 anni, 110 milioni di investimenti e il recupero occupazionale di 280 ex lavoratori di Ferrania Technologies.

Sulla base di questo incontro e di quello previsto a Savona il 10 o 11 dicembre tra la direzione generale del ministero allo Sviluppo Economico, Invitalia e le imprese industriali valbormidesi, si potrà successivamente svolgere – forse addirittura prima delle festività di fine anno – l'incontro "politico" richiesto dalle organizzazioni sindacali con le istituzioni e le aziende interessate per fare il punto sullo stato di attuazione dell'Accordo.

La Cgil non è d'accordo su questo percorso e insiste perché l'incontro savonese del 10 dicembre sia già di natura "politica" con la presenza del ministro Scajola, anche perché il piano Messina dovrà essere "ampliato" sino a garantire lavoro anche ai 170 ex dipendenti Ferrania che non vi trovano ricollocazione. A questa polemica si aggiungono altri interrogativi riguardanti l'atteggiamento della Regione Liguria e del Comune di Cairo Montenotte. La prima, attraverso le parole del presidente Claudio Burlando, a fronte della concessione dei finanziamenti regionali stabiliti nell'Accordo, è intenzionata a chiedere maggiori garanzie al gruppo Messina. Quanto al Comune di Cairo, è nota la contrarietà ad approvare la realizzazione della centrale a biomasse vegetali da 10 megawatt sulle aree di Ferrania mentre invece si è detta disponibile ad autorizzare una centrale da soli 4 megawatt, da utilizzare per il teleriscaldamento urbano.