Attualità - 28 novembre 2008, 14:08

Liguria: i rifiuti nella nostra regione sono a peso d'o

Rifiuti a peso d'oro: rispetto all'ultimo anno, in Liguria la spesa media annua del servizio di smaltimento dei rifiuti solidi urbani è incrementata del 3,4%, arrivando a costare 211€, comunque al di sotto, di 6€, rispetto alla media nazionale, pari a 217€.

 

In assoluto, in Italia la spesa media annua più alta si registra in Sicilia con 280€, la più bassa in Molise (117€), a dimostrazione di una marcata differenza tra aree geografiche del Paese, che trova conferma anche all'interno di una stessa Regione: in Liguria, a Genova la Tia arriva a costare 233€, 17€ in più rispetto alla Tia che si paga a La Spezia, 29€ in più rispetto alla Tarsu che si paga a Savona, e ben 42€ in più rispetto alla Tarsu che si paga a Imperia.

 

Nello studio realizzato dall'Osservatorio prezzi & tariffe di Cittadinanzattiva in occasione della Settimana europea per la riduzione dei rifiuti (22-30 nov.), l'analisi a carattere regionale e nazionale del servizio di smaltimento dei rifiuti solidi urbani in termini di costo sopportato da una famiglia di tre persone con reddito lordo complessivo di 44.200 € ed una casa di proprietà di 100 metri quadri. L'indagine, condotta con il contributo dei rilevatori civici di Cittadinanzattiva, ha riguardato tutti i capoluoghi di provincia nel 2007. On line su www.cittadinanzattiva.it l'indagine completa con il prospetto per ciascun capoluogo e la scomposizione delle voci di costo.

 

Caro bollette: in media, in un anno la nostra famiglia tipo ha sostenuto nel 2007 una spesa di 217 euro per il servizio di smaltimento dei rifiuti solidi urbani, con Siracusa quale città più cara per le tariffe rifiuti (400 €) e Reggio Calabria la più economica (95 €).

 

Inoltre, in Italia da gennaio 2000 a ottobre 2008, secondo dati Istat, l'incremento registrato a livello di tariffe è stato del 47,5%.

 

A più di dieci anni dal Decreto Ronchi del 1997, la metà dei capoluoghi liguri sono passati dalla Tarsu alla Tia. Inoltre, rispetto al 2006, tra i capoluoghi di regione La Spezia ha fatto registrare il più alto incremento tariffario (+15%), seguito da Genova (+1%); nessun incremento tariffario si è registrato nelle città di Imperia e Savona.

 

Il commento di Giustino Trincia, responsabile politiche dei consumatori di Cittadinanzattiva: "Come dimostra il caso dei rifiuti, l'escalation delle tariffe locali è ormai un fenomeno fuori controllo ma del tutto ignorato da Governo e Parlamento, che avrebbero potuto inserire nelle misure anticrisi il loro blocco per il 2009 e l'eliminazione della addizionale provinciale. Da Tarsu a Tia, per le tasche dei cittadini il risultato è quasi sempre un aumento delle spese: nel 2007, in ben 30 capoluoghi di provincia, le tariffe rifiuti sono aumentate oltre il tasso di inflazione (2,6%). La situazione socio-economica, ambientale e sanitaria del nostro Paese richiede di far pagare di meno il servizio rifiuti ai molti cittadini in difficoltà, di produrne tutti di meno e di puntare sulla raccolta differenziata. In Italia, invece, il più delle volte il servizio di smaltimento rifiuti meno funziona e più lo si paga; non c'è una vera politica di riduzione della produzione di rifiuti e due terzi del Paese fa troppo poco la raccolta differenziata, specie al Sud. Sono lussi che non possiamo più permetterci e per evitare i quali occorre far emergere la cultura della responsabilità e della sobrietà".

 

Le proposte:

 

1) Inserire nel pacchetto anticrisi l'eliminazione della addizionale provinciale, che può pesare fino al 5% del totale della spesa sostenuta per i rifiuti;

 

2) Esenzioni di Tarsu e Tia per i beneficiari della social card;

 

3) Per il 2009 blocco delle tariffe rifiuti e, dal 2010, introduzione di un tetto massimo agli aumenti annuali delle tariffe pari al tasso di inflazione programmato;

 

4) Attuare il comma 461 dell'articolo 2 della Legge Finanziari 2008 (l. 244/2007) che prevede l'obbligo per i Comuni di strumenti di partecipazione civica degli utenti e di tutela dei diritti dei cittadini nei servizi pubblici locali;

 

5) Piano nazionale di educazione e di responsabilizzazione, mediante incentivi fiscali a beneficio di famiglie, imprese e grande distribuzione, per lo sviluppo della raccolta differenziata e la riduzione dei rifiuti, a partire da imballaggi e confezioni dei prodotti;

 

6) Piano pluriennale di incentivi e sanzioni per i Comuni e i rispettivi amministratori locali che non raggiungeranno l'obiettivo stabilito della copertura del 40% di raccolta differenziata dei rifiuti entro il 2010/11.

 

 

r.c.