Confcommercio sostiene l’autonomia del porto di Savona, Bertino lancia la sfida a Delrio: "Venga qui a darci una spiegazione"

“Perché quando una cosa funziona bisogna distruggerla? Quello che è oggi il porto di Savona è frutto di anni di intenso lavoro, i traffici sono aumentati e così tutte le attività. Non dimentichiamoci che il porto costituisce buona parte del PIL della provincia”. Interviene così il presidente della Confcommercio di Savona, Vincenzo Bertino sull’accorpamento del porto di Savona a Genova. Un provvedimento che secondo il capo della Confederazione Generale Italiana delle Imprese, creerà un danno economico alla città e all’intero territorio: “Siamo preoccupatissimi per i rischi che questa unione possa portare: la perdita di posti di lavoro e la perdita di progetti – afferma – Attualmente il progetto più grande in corso è la Piattaforma Maersk, questa che fine farà se il porto di Savona-Vado perderà l’autonomia?”.

Lo scorso martedì il ministro Graziano Delrio, patron della riforma, al forum di Conftrasporto di Cernobbio aveva definito “gli accorpamenti tra i porti italiani un elemento essenziale per la competitività del Paese” e per questo “vanno fatti”. Inoltre il ministro aveva attaccato: "Se anziché pensare ciascuno al proprio orticello si cooperasse, il sistema italiano sarebbe molto più forte. L'Italia ha bisogno di fare delle scelte, qualcuno forse è innamorato della propria poltrona".

A rispondere alla provocazione di Delrio, il presidente della Confcommercio di Savona che afferma: “Non è questione di poltrone, qui è in gioco l’autonomia e l’economia di un’intera provincia – afferma Bertino – E’ il territorio stesso che deve legiferare: siamo d’accordo nel credere che serva un nuovo adeguamento sugli scali e sul sistema dell’autotrasporto ma perdere l’autonomia portuale per Savona equivalerebbe a distruggere tutto il lavoro di questi anni”.  

A questo punto Berino lancia la sfida: “Invitiamo a Savona il ministro Delrio affinché ci spieghi perché Savona da questa riforma ci debba rimettere”.