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Finalese | 19 luglio 2018, 13:21

Finale e le battaglie napoleoniche: per l'archeologia subacquea una missione senza precedenti a livello mondiale

Simon Luca Trigona, Soprintendenza ai beni archeologici della Regione Liguria: "Questo è il primo lavoro di recupero di archeologia subacquea in decompressione svolto a livello mondiale e senza l'appoggio della Marina Militare, se fosse svolto soltanto da privati, avrebbe dei costi insostenibili".

Finale e le battaglie napoleoniche: per l'archeologia subacquea una missione senza precedenti a livello mondiale

Si è svolta a mezzogiorno di oggi nella sala consiliare del comune di Finale Ligure la conferenza stampa per fare il punto sui ritrovamenti subacquei al largo di Capo Noli. Ad introdurre il dibattito il sindaco Ugo Frascherelli, che ringrazia i finalesi Colman e Garulla, dai quali è partito tutto, e la Marina Militare. Accanto a lui l'ammiraglio Paolo Pezzuti, comandante di nave Anteo, e il dottor Simon Luca Trigona, della Soprintendenza ai beni archeologici della Regione Liguria.

L'ammiraglio Pezzuti spiega che tra i vari compiti della Marina c'è la bonifica di ordigni bellici, oltre 20mila solo lo scorso anno. Dall'anno prossimo inizierà la costruzione della nave che sostituirà la Anteo nella flotta: sarà un assetto all'avanguardia che porterà l'Italia ai vertici mondiali nel campo delle immersioni subacquee con uomini e con mezzi automatizzati.

Spiega Simon Luca Trigona: "Questo è il primo lavoro di recupero di archeologia subacquea in decompressione svolto a livello mondiale e senza l'appoggio della Marina Militare, se fosse svolto soltanto da privati, avrebbe dei costi insostenibili. Oggi se la nostra Sovrintendenza riesce a condurre lavori di ricerca e studio di questo livello è soltanto grazie a partnership importanti come questa e a collaborazioni con le forze armate. La complessità organizzativa e di programmazione di una missione come questa non avrebbe mai potuto gravare solo sulla Sovrintendenza".

Trigona elenca i ritrovamenti, tra cui un sestante, una pistola non militare, un piatto di ceramica albissolese e persino i resti di un cadavere. "Essi ci consentiranno di capire come e quando morì questa persona e come si viveva a bordo all'epoca. Ma siamo certi che fino all'ultimo istante dell'ultimo giorno recupereremo reperti preziosi", conclude Trigona.

Alberto Sgarlato

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