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Attualità | 10 giugno 2018, 16:10

Animali selvatici e zecche: l'Enpa mette in guardia dalle "fake news quotidiane"

La Protezione Animali savonese interviene sul tema delle zecche e della possibilità che queste possano diffondersi con il proliferare degli animali selvatici.

Animali selvatici e zecche: l'Enpa mette in guardia dalle "fake news quotidiane"

La Protezione Animali savonese interviene sul tema delle zecche e della possibilità che queste possano diffondersi con il proliferare degli animali selvatici. Di seguito ecco quanto comunicato dall'ENPA:

Tra le fake news che si possono leggere oggi sui media c’è quella secondo cui il “proliferare degli animali selvatici favorisce la diffusione delle zecche, portatrici di malattie anche gravi”.

La Protezione Animali savonese ricorda che il ciclo biologico e la conseguente proliferazione delle zecche è un fenomeno molto complesso, che dipende da molti fattori, principalmente quello climatico, leggi “effetto serra”, mentre il legame con l’incremento della fauna selvatica è contestato dalla scienza ufficiale.

Uno studio realizzato dal Centro di ecologia alpina di Trento e l'Università americana di Penn State ha dimostrato fina dal 2006 che nelle aree in cui questi ungulati sono più numerosi si riduce la popolazione delle zecche e i caprioli non vengono infettati dalle malattie che questi parassiti trasmettono, rendendo più "diluita" la concentrazione di germi patogeni. "Le nostre osservazioni hanno accertato che in zone nei quali i caprioli erano stati allontanati - spiega Annapaola P. Rizzoli, del Centro di ecologia alpina - c'è stato un aumento consistente della presenza di zecche e che quindi le zone in questione si sono tramutate in potenziali punti critici per la diffusione delle malattie trasmesse dai parassiti". Ed inoltre: “i caprioli pur se morsicati dalle zecche non vengono infettati dai batteri trasmessi dai parassiti, quali quelli della malattia di Lyme – e quindi interrompono la catena di trasmissione di alcune infezioni".

I caprioli sono fondamentali nel ciclo riproduttivo delle zecche, che si nutrono del loro sangue per fare un "pasto finale" prima di lasciarsi cadere e produrre migliaia di uova. I ricercatori hanno osservato che portando via gli ungulati da una zona le zecche tendono ad infestare maggiormente gli altri ospiti abituali, i roditori, che al contrario dei caprioli sono in grado di favorire la trasmissione di moltissimi batteri. In pratica, una zecca che si ciba del sangue di un capriolo e non è ancora infetta resta "sana", mentre una zecca che si ciba del sangue di un topo ha altissime possibilità di "arricchirsi" di batteri patogeni e continuare a trasmetterli, anche agli esseri umani. 

"Dobbiamo stare molto attenti ad allontanare (o uccidere, n.d.r.) i caprioli da piccole aree, anche dai giardini e dai parchi - sostiene Sarah Perkins, ricercatrice della Penn's State University - poiché mandarli via potrebbe facilitare la riproduzione di zecche e soprattutto di quelle che trasmettono l'infezione dell'encefalite".

I disinformati ed i diffusori di fakenews sono serviti !

c.s.

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