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Al Direttore | 03 aprile 2018, 09:59

Lettera aperta a Mattarella di Giampietro Filippi: "Non permetta che Berlusconi salga al Quirinale"

"Sarebbe un fatto aberrante che un pregiudicato, salga al Quirinale e discuta con Lei del destino dell'Italia, quell'Italia che egli ha spesso tradito e violato nei suoi valori più profondi"

Lettera aperta a Mattarella di Giampietro Filippi: "Non permetta che Berlusconi salga al Quirinale"

Alla cortese attenzione del Sig. Presidente della Repubblica, Prof. Sergio Mattarella

Ill.mo Sig. Presidente,

in vista dell'apertura delle consultazioni che la S.V. si accinge ad intraprendere al fine di dare alla Nazione un nuovo Governo, mi permetto di rivolgerLe una preghiera; essa mi scaturisce dal cuore prima ancora che dalla mente, in quanto, pur da modesta persona quale sono, ho comunque, per decenni e insieme a tanti altri, lottato nel mio piccolo affinchè le Istituzioni dello Stato Italiano fossero rette da uomini degni nelle idee, nei metodi, nei propositi, negli obiettivi e nel rispetto delle Istituzioni stesse, animati unicamente da senso di servizio alla collettività. E affinchè, più che mai, ciò si attuasse nel Parlamento e nel Governo dell'Italia.

E' stata una lotta impari, faticosa e spesso perdente, soprattutto nel corso degli ultimi venticinque anni, in cui la politica si è progressivamente imbarbarita, lo spirito della Costituzione italiana è stato ben più di una volta violato da comportamenti, da leggi, da atteggiamenti prevaricatori, dalla ricerca dell'interesse personale e di gruppo, dal sistematico inganno della popolazione, messo in atto in nome di ideali mendaci e di nascoste convenienze.

In questi giorni, Sig. Presidente, il Suo altissimo ruolo di sommo garante della Costituzione Le comporta l'ascolto dei rappresentanti dei partiti che siedono in Parlamento dopo l'esito delle ultime elezioni politiche. Ebbene, questa è la mia preghiera: ancora una volta , in nome del popolo italiano, in nome dei morti nella lotta al fascismo, in nome della Costituzione nata dalla Resistenza, in nome dei valori che di essa sono fondanti, in nome della autonomia del Parlamento, in nome di una Democrazia sostanziale, si faccia vieppiù custode della dignità delle Istituzioni, le abbracci e le protegga dalle prevaricazioni e dagli abusi e non accetti che il più squallido uomo politico mai apparso sulla scena dell'Italia repubblicana, pluricondannato, tuttora inquisito, privo oggi dei diritti politici per uno dei suoi tanti reati, estraneo al Parlamento, abbia riconosciuta la facoltà di influenzare la formazione del Governo.

Sig. Presidente, non permetta, sarebbe un fatto aberrante, che il sig. Silvio Berlusconi, un pregiudicato, salga al Quirinale e discuta con Lei del destino dell'Italia, quell'Italia che egli ha spesso tradito e violato nei suoi valori più profondi.

La ringrazio se vorrà tener conto di questa mia, Le porgo i sensi della mia deferenza nei Suoi riguardi e Le auguro un proficuo lavoro.

Giampietro Filippi

al direttore

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