La conclusione di un progetto rappresenta da sempre la fine di un percorso, nato magari quasi per caso, ma comunque, sempre caratterizzato da numerose esperienze formative che possono indirizzare un soggetto ad intraprendere la giusta strada nel mondo del lavoro.
La storia che vogliamo raccontare vede come protagonista Davide Buscaglia, 32enne laureato in Psicologia. Il suo punto di svolta risale al 1° gennaio 2015 con l'inizio del progetto fotografico “365strangers”, già trattato in passato dalla nostra redazione (leggi ARTICOLO).
Per capire meglio l'entità di tale percorso, riprendiamo spunto dalla nota introduttiva del progetto: "Davide è nato a Calizzano, ma vive nella grande metropoli di Torino, ogni giorno esce di casa con la sua macchina fotografica, anche se nevica, fa freddo o è ammalato, per portare in quella stessa casa il volto di uno sconosciuto".
La conclusione di tale percorso avvenuta il 31 dicembre 2015, ha coinciso con la mostra intitolata “365strangers: Piacere di conoscermi”. L'esposizione patrocinata dal Comune di Savona, ha avuto luogo presso la corte esterna dell’edificio storico conosciuto come Palazzo della Rovere. Successivamente, la mostra ha trovato casa anche a Torino e Chieti.
365 giorni, 356 scatti, 365 persone incontrate, ma nessun rapporto di amicizia instaurato. "Non era il mio obiettivo, con alcuni ogni tanto ci scambiamo ancora un messaggino via Facebook, ma niente più" racconta Davide. La mostra tenutosi a Savona ha richiamato un'affluenza stimata intorno ai 6 mila visitatori.
Il successo della mostra ha prodotto anche la realizzazione di un libro, intitolato naturalmente "365strangers".
"Al di là degli aspetti più artistici, tale progetto mi ha permesso di continuare a riflettere e lavorare nel terreno di incontro tra la fotografia e la psicologia - continua - in quell'anno mi sono reso conto delle potenzialità terapeutiche di un percorso di questo tipo e così oggi, oltre che condurre laboratori di fotografia terapeutica, ho deciso di approfondire la dinamica e il processo tra le due discipline nella tesi di specialità in psicoterapia".
Attualmente Davide lavora presso la comunità "Il Sestante" di Diano Marina, dove conduce appunto un laboratorio di fotografia terapeutica a cui prendono parte 12 persone che risiedono nella struttura ponentina. Il più vecchio partecipante ha una sessantina d'anni. "A breve il lavoro svolto durante il laboratorio dovrebbe diventare una mostra - conclude Davide - ma il luogo è ancora in via di definizione".