Matteo Ricci Mingani cala la maschera a durante una intervista con Matteo Viviana de "Le Iene" ed ammette: "Libero Giornale è un mio sito, le bufale le creo io insieme ad un altro ragazzo". Si tratta di un ragazzino di 22 anni che, incuriosito dalla viralità con la quale si potevano diffondere alcune notizie e dai guadagni che con queste si potevano fare si è avvicinato a Matteo Riccione di Albenga iniziando così la collaborazione. (Vedi articolo con l'intervista a Matteo Ricci (ARTICOLO CON L'INTERVISTA A MATTEO RICCI MINGANI).
Se la prima reazione era stata, infatti, quella di negare la paternità di alcune bufale, davanti alle telecamere Matteo ammette di essere effettivamente il titolare della società con sede in Bulgaria "Edinet" e di avere il dominio di 162 siti dei quali una 30ina di bufale. Naturalmente molti siti non sono gestiti direttamente da lui, che da quel che sembra sembra occuparsi in particolare proprio di Libero Giornale.
Ma come si guadagna sulle bufale? Lo spiega bene Viviani grazie alla collaborazione con esperti nel settore. Ogni volta che si apre una notizia scatta una pubblicità e questa pubblicità va ad arricchire i gestori dei siti e coloro che creano bufale che hanno tutti gli interessi, dunque, come essi stessi ammettono ad optare per titoli accattivanti, che incuriosiscono e che fanno leva sui sentimenti delle persone, in particolare la rabbia e l'indignazione.
Gli utenti, poi, sul web spesso ricevono centinaia di informazioni e notizie che diffondono con leggerezza e superficialità spesso non verificandone la veridicità e altrettanto spesso essendo tratti in inganno da nomi di siti che ne richiamano altri reali e di informazione, si pensi ad esempio a "il Giomale" che con un piccolo "errore" di battitura richiama "Il Giornale" e così molti altri.
Edinet, società che esiste da aprile come dichiara Matteo Ricci ha fatturato in pochi mesi circa 50 mila euro (sempre secondo quanto affermato da Ricci) anche solo con questo dato è facile capire il giro di denaro che si può celare dietro le bufale.