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Attualità | 11 dicembre 2015, 17:00

Nuova area del Museo Archeologico di Savona, inaugurazione-protesta di "A Campanassa", Cerva: "Il Comune non ne è stato capace, ci pensiamo noi"

La protesta è in riferimento alla gara con cui l'amministrazione ha affidato la gestione del museo alle cooperative Archeologia e Arca privandolo delle competenze storiche dell'Istituto Internazionale di Studi Liguri.

Nuova area del Museo Archeologico di Savona, inaugurazione-protesta di "A Campanassa", Cerva: "Il Comune non ne è stato capace, ci pensiamo noi"

"Al museo Archeologico come sempre ci pensa il mondo dell'associazionismo e del volontariato visto che il Comune se ne lava le mani". Non le manda a dire Carlo Cerva, presidente di A Campanassa. Ma alle parole di protesta seguiranno presto i fatti. L'associazione culturale savonese è pronta insieme a Storia Patria e Italia Nostra a inaugurare il piano superiore del Museo Archeologico del Priamar a Savona. Un’azione di dissenso nei confronti del Comune che avverrà sabato 12 dicembre quando, a partire dalle 10.15, i volontari delle associazioni proporranno alla cittadinanza delle visite guidate al museo. Ad intervenire il presidente di A Campanassa, Carlo Cerva: “Nel maggio 2014 è stato ultimato il nuovo piano di allestimento del museo con nuove esposizioni ma il Comune non l’ha mai inaugurato e non è stato capace di organizzare un evento per la presentazione del nuovo piano – afferma – Così ci pensiamo noi, sabato inaugureremo il museo e proporremo delle visite guidate. E’ un peccato non valorizzare ciò che è stato frutto del lavoro dell'Istituto Internazionale di Studi Liguri che ha contribuito affinché il museo si estendesse”.

La protesta è in riferimento alla gara con cui il Comune ha affidato la gestione del museo alle cooperative Archeologia e Arca privandolo delle competenze storiche dell'Istituto Internazionale di Studi Liguri. “Ora con la nuova gara per la gestione del museo, il Comune ha buttato fuori l’ente che lo ha creato, cioè l’Istituto degli Studi Liguri. E’ una vergogna”, afferma Cerva.

Dall’Istituto Internazionale di Studi Liguri affermano: “A settembre di quest’anno l’Amministrazione Comunale ha deciso di procedere all'affidamento della gestione del "Civico Museo Archeologico e della Città" di Savona gestito dall'Istituto Internazionale di Studi Liguri tramite una gara d’appalto, il cui bando non ha tenuto conto, nei termini dovuti, della necessità di affidamento ad un’istituzione scientifica adeguata, con competenze specifiche sulla realtà savonese. Se verrà meno il pluridecennale rapporto fra il Comune e l’Istituto Internazionale di Studi Liguri, Savona perderà inevitabilmente, tra le altre cose, l’attività congressuale incentrata, in particolare, sugli annuali Convegni internazionali della ceramica organizzati dal Centro Ligure per la Storia della Ceramica”.

Intanto è stato lanciato un appello nel quale si chiede all’Amministrazione Comunale “che la città non perda una realtà culturale di eccellenza e che siano garantite”. Di seguito il testo che si può sottoscrive e firmare con nome e cognome inviandolo a varaldoc@libero.it.

"Dal 1990 esiste a Savona, sul Priamàr, un Museo archeologico frutto delle ricerche avviate fin dal 1956 dall’Istituto Internazionale di Studi Liguri-Onlus e inserito nel suo Sistema Museale che comprende i principali musei archeologici del Ponente ligure. L’Istituto, unitamente alla Società Savonese di Storia Patria ed alla Associazione “A Campanassa” si è fatto promotore, dalla metà degli anni Cinquanta del Novecento, del salvataggio prima, poi del recupero e del restauro del complesso monumentale del Priamàr, collaborando con il Comune nei suoi interventi. Nel 1989 l’Amministrazione Comunale affidava all’Istituto di Studi Liguri, nella persona del prof. Carlo Varaldo,  il compito di progettare scientificamente e allestire concretamente l’esposizione museale che veniva inaugurata nell’aprile del 1990. Da allora l’Istituto ne ha curato, per conto dell’Amministrazione, la gestione dando vita ad un vero e proprio centro di ricerche specializzato, grazie alle indagini archeologiche sul territorio savonese e soprattutto sul Priamàr (ben 58 campagne di scavo),  su concessione ministeriale e in collaborazione con l’Università degli Studi di Genova; su questi materiali, di proprietà statale,  l’Istituto esercita i diritti scientifici ed esclusivi propri del concessionario, avendo investito nelle ricerche risorse economiche e scientifiche, così come li esercita per il concept dell’intero apparato illustrativo e didattico realizzato dallo stesso Istituto per il Civico Museo Archeologico e della Città di Savona.

Il Museo, grazie a queste ricerche, ha potuto arricchire il proprio patrimonio espositivo e rinnovarsi profondamente, attraverso sistematici aggiornamenti dell’allestimento, fino all’ultimo intervento, reso possibile dal finanziamento regionale del progetto europeo Accessit, per cui è stata completamente allestita la sezione medievale e moderna, oggi visitabile al primo piano del Palazzo della Loggia.

Attualmente il percorso museale è costituito dall’esposizione di 1185 reperti, il 92 % dei quali frutto delle ricerche condotte dall’Istituto di Studi Liguri.

A settembre di quest’anno l’Amministrazione Comunale ha deciso di procedere all’affidamento della gestione del Museo tramite una gara d’appalto, il cui bando non ha tenuto conto, nei termini dovuti, della necessità di affidamento ad un’istituzione scientifica adeguata, con competenze specifiche sulla realtà savonese, che fosse centro di ricerca e con personale dotato di collaudata professionalità. L’esito della gara ha visto l’Istituto classificarsi al secondo posto per una risicatissima differenza dello 0,86/100 grazie alle valutazioni di una commissione giudicatrice di cinque componenti nella quale la competenza archeologica era rappresentata soltanto da un funzionario della Soprintendenza Archeologia della Liguria.

Alla luce di quanto sopra esposto i sottoscritti firmatari chiedono all’Amministrazione Comunale che la città non perda una realtà culturale di eccellenza e che siano garantite:

- la sopravvivenza di un Museo espressione della ricerca, che possa continuare a fornire  nuove evidenze archeologiche e ad implementare con ulteriori ritrovamenti  il percorso museale;

- la continuità di un’istituzione centro di riferimento e di studio per i ricercatori e studiosi della realtà savonese;

- un Museo che continui ad attivare, oltre alle proficue collaborazioni con le scuole (quali il progetto scuola-lavoro con il Liceo Chiabrera - Martini), stages e tirocini universitari;

- che continui ad essere punto di riferimento privilegiato per la didattica museale rivolta agli Istituti scolastici di ogni ordine e grado;

- che prosegua i contatti, ampiamente collaudati, con Università, Soprintendenze, Musei ed Istituzioni scientifiche italiane ed estere;

- che continui ad essere, a livello europeo, un’istituzione riconosciuta quale punto di riferimento per lo studio della ceramica medievale e moderna;

- che non perda la professionalità degli operatori che ne hanno curato in questi anni la gestione.

 

Se verrà meno questo pluridecennale rapporto fra il Comune e l’Istituto Internazionale di Studi Liguri Savona perderà inevitabilmente:

- la biblioteca specializzata in archeologia, ceramologia, storia ed arte locale (oltre 4.000 volumi concessi in deposito dall’Istituto di Studi Liguri e consultabili negli orari di apertura del Museo);

- l’attività congressuale incentrata, in particolare, sugli annuali Convegni internazionali della ceramica;

- i reperti ceramici di proprietà dell’Istituto e del Centro Ligure per la Storia della Ceramica;

- uno dei fondamentali standard museali costituito dall’attività di ricerca archeologica connessa al Museo;

- l’interruzione delle convenzioni (stages, progetto Erasmus, tirocini formativi, tirocini post universitari, ecc.) stipulate dall’Istituto di Studi Liguri con vari Atenei italiani e soprattutto con l’Università degli Studi di Genova, queste ultime attivate grazie al fatto che il prof. Carlo Varaldo riveste il ruolo di presidente-coordinatore del Corso di laurea in Conservazione dei Beni Culturali e di direttore della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici, nonché direttore scientifico dell’Istituto stesso”.

Debora Geido

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